Una canzone per stringersi tutti insieme nella Domenica delle Palme. Al termine di quella che è stata definita come la “settimana nera” di Boves da inizio emergenza, con 20 casi accertati di Covid-19, Boves prova a rialzarsi con orgoglio, rispettando la quarantena: risuona, a mezzogiorno, in Piazza Italia, di fronte al Municipio, “Nate d’Boves”, la canzone tradizionale del paese, registrata negli anni 70′ dalla corale di Boves, diretta ai tempi dal Maestro Pierino Vallauri.
Una canzone, risuonata nel silenzio del paese ed accolta dai cittadini affacciatisi da finestre e balconi, che ha un significato doppio, considerando i giorni drammatici che stiamo vivendo: il testo infatti fa riferimento a ben quattro incendi che, nel corso della storia, hanno interessato il comune bovesano. Due sono quelli appiccati dai nazisti in rapida successione, nel settembre e poi nel dicembre/gennaio del 1943, che distrussero completamente Boves.
L’ascolto sentito del brano è seguito poi dai rintocchi delle campane della chiesa parrocchiale e dall’applauso sentito dei presenti.
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