Partorire essendo positiva al Covid-19, la storia della doglianese Gloria: “Ero terrorizzata, ma per fortuna ora stiamo bene”

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Ogni giorno attendiamo i dati della Protezione Civile per sapere, speranzosi, quante nuove vittime, quanti nuovi contagi e quanti guariti ha prodotto il Covid-19. Aspettiamo di sapere, appunto, i dati. Ma dietro questi numeri ci sono dei nomi, delle storie, delle vite che forse fatichiamo a mettere a fuoco, lasciandoci travolgere dalle cifre.

Gloria, ad esempio, è una giovane donna, nonché mamma, che il Coronavirus l’ha visto da vicino con qualche pensiero in più degli altri: lei, infatti, ha scoperto di essere positiva quando mancavano poche settimane al parto. Una situazione spaventosa dove non vedi solo in bilico la tua vita, ma anche quella di tua figlia che ancora deve nascere.

Una storia emozionante e ricca di spunti riflessivi che Ideawebtv.it ha raccolto contattando la diretta interessata, ancora ricoverata presso il nosocomio di Alba.

Gloria, sei una delle persone che ha contratto il Covid-19 in provincia di Cuneo: quali sono stati i primi sintomi che hai riscontrato?

“È stato un crescendo. I sintomi non sono subito stati forti e quando è venuto il 118 per la prima volta, il lunedì 9 marzo non hanno ritenuto necessario farmi il tampone perché non avevo sintomi sufficienti. La febbre, anche se solo qualche linea, l’avevano avuta anche mio marito e nostra figlia Olivia. Nella stanza accanto a noi intanto anche mia nonna presentava la prima febbre, è ricoverata a Mondovì ora, in ripresa. Solo al sabato quando mi sono aggravata con tosse, fiato corto e febbre a 39, mio marito mi ha portata al pronto soccorso di Alba, dove mi hanno immediatamente fatto il tracciato, poiché ero alla 38ª settimana di gravidanza, e poi il tampone…”

Poi il tampone… Come hai reagito alla notizia della positività?

Malissimo, ho subito pensato di averlo trasmesso alla piccola in pancia. Ho pensato a mio marito e alla mia bimba a casa con lui, ero terrorizzata all’idea che lo avessero contratto anche loro. Avevo ragione, ma grazie al cielo non hanno avuto altri sintomi. Comunque da Alba hanno deciso di spostarmi a Cuneo, un eventuale travaglio sarebbe stato quasi impossibile nelle mie condizioni respiratorie, stavano vagliando la possibilità di un cesareo.

Arrivano, dunque, primi giorni in isolamento: come passavi il tempo?

“Quale tempo? Dopo che mi hanno praticato il cesareo e messo la mia bimba Lisa in sicurezza, hanno iniziato le terapie antibiotiche con annessi accertamenti: lastre ed ecografie. Ho capito quanto stavo male solo in quel momento e ho realizzato che stava succedendo veramente. Non riuscivo davvero a respirare, è iniziato l’incubo. Un incubo che, però, mi ha permesso di essere ancora qui: il casco cPap. Lì dentro il tempo non passa mai e devi essere fortunata a non soffrire di claustrofobia.”

All’interno dell’Ospedale vi arrivavano notizie del diffondersi della pandemia?

Io ero in contatto con mio marito, quindi si. Anche se ha filtrato le notizie, come generalmente fa anche nella vita quotidiana, in modo da tranquillizzarmi minimamente.”

Ora come stai?

Per fortuna sono in perfetta forma. I miei polmoni hanno ricominciato a vivere, non ho più terapie in corso e sono tornata all’ospedale di Alba dove sono ancora ricoverata in reparto Covid. In ospedale hanno portato anche la piccola Lisa, nata invece negativa per mia grande felicità, e con il sostegno immenso del personale di Nido e Maternità ho potuto iniziare a dar loro il mio latte per lei. Colgo l’occasione per ringraziare l’immenso cuore di Patrizia, ostetrica che non fa solo il suo lavoro, va ben oltre. Non finirò mai di esserle grata.”

Molte persone, purtroppo, non hanno ancora capito la gravità della situazione: vuoi mandare un messaggio a chi viola ancora le indicazioni del Decreto Conte?

“Non credo di dover dire qualcosa di particolare. Gli farei piuttosto provare loro un prelievo arterioso, per l’EGA. Quello che ti sembra ti scavi quasi nell’osso, quello che spesso, nelle nostre condizioni, non riuscivano a “portare a termine” al primo colpo, e quindi dovevano ripeterlo più volte. Non conto più i buchi, ma sono fortunata, ormai i segni stanno sparendo. Forse così capirebbero quanto sia sciocco il loro atteggiamento. Se si credono intelligenti o ribelli gli garantisco che non lo sono. Sono solo sciocchi. Quando sarò finalmente fuori da questo incubo, sarò ben contenta di cambiare luogo di quarantena e spostarmi da Alba a Dogliani, dove mi chiuderò in casa con la mia famiglia. Così mio marito, fotografo e video maker, potrà riprendere in mano la videocamera e fare dei bellissime riprese dal terrazzo, mentre ora rincorre tutto il giorno la nostra piccola di un anno. Io mi limiterò a guardarli, per recuperare tutto ciò che il Covid mi ha tolto, e a coccolarli, per riassorbire un po’ di nettare, ricominciando a vivere ed iniziando finalmente la nostra avventura a quattro con la seconda principessa di casa.”