«Dopo il virus si deve riscoprire la spiritualità»

0
271

«Questa Italia che si ferma, che non può lavorare, mi fa tristezza», ha commentato pochi giorni fa Andrea Bocelli in un’intervista all’Ansa.

Trovando però un segnale di rinascita nella sua arte: «La musica è tante cose, anche un veicolo di speranza in situazioni di emergenza come questa che stiamo vivendo in tempo di coronavirus».

L’idea di un’Italia che si unisce e che canta assieme per sconfiggere la paura piace al maestro che però sottolinea: «Questo spirito di unità sarebbe bello che ci fosse sempre e non solo in situazioni estreme oppure quando si vincono i Mondiali di calcio». Ma si passa necessariamente anche da certe prove per crescere, così come attraverso la riscoperta di valori dimenticati.

Nella vita di Bocelli è da sempre molto importante il ruolo della fede: «In questi momenti», spiega «assistiamo anche a un grande ritorno della preghiera, la spiritualità è un aspetto fondamentale della nostra vita, senza quella siamo simili ai nostri animali. Un ritorno alla spiritualità lo vorrei auspicare a prescindere dal virus».

Ecco la chiave di volta per un mondo che sia davvero capace di adottare un nuovo paradigma. Chissà che dopo la pandemia non si possa cambiare tutti assieme, modificando certe pessime abitudini: «Ci rendiamo conto di essere collegati uno all’altro e il celebre “ama il prossimo tuo come te stesso” non è più un modo di dire, una frase fatta, ma diventa un imperativo categorico. Fare il bene credo che sia la sola ragione di vita per ciascuno di noi».