L’innamoramento di Marco Grasso per l’arte naturalista è arrivato nel 2013, per “colpa” di una pittrice cuneese, Tiziana Lerda: «Ho seguito un suo corso, poi altri due, sempre tenuti da lei.
Lì ho capito che quella era una delle cose che mi piaceva fare di più e ho deciso di concentrare tutti i miei sforzi per trasformare un hobby in un lavoro», spiega il cuneese, che prosegue. «Più che una scelta, è stata un’evoluzione naturale del mio stile, di quello che mi piaceva fare».
Già prima di quell’incontro con Tiziana Lerda la creatività era una componente importante della personalità di Marco: «Fin da piccolo ho sempre disegnato e provato a dipingere. Mi piaceva giocare con i pennarelli, disegnare automobili. Suonavo anche la chitarra. Poi intorno ai 10 anni mi sono appassionato al mondo naturale, soprattutto agli uccelli e agli insetti. Oggi invece preferisco disegnare felini. Solitamente non inserisco gli animali in contesti naturali, perché mi piace concentrarmi sull’anatomia dell’animale, cercando di ritrarne la personalità. Cosa provo quando disegno? Per me è un momento di meditazione, un modo per dedicare tempo a me stesso. Mentre dipingo ascolto musica e mi rilasso, farlo mi apre la mente. È anche un modo per rallentare e liberarsi dallo stress quotidiano e dai ritmi moderni».
Nel 2019 Marco Grasso ha inaugurato la sua prima mostra personale, “Luoghi e tempi della Resistenza”, al Museo Casa Galimberti di Cuneo, curata insieme a Leonardo Dolce. Quindi ha partecipato ad altri progetti che hanno coinvolto diversi artisti, come “L’Albero degli alberi” a Roma, o “Disegnare la natura con gli occhi di Leonardo” a Venaria Reale. Ora però l’emergenza coronavirus ha fermato tutto. «In questo mese avevo in programma una mostra a Boves», commenta l’artista, «ma naturalmente è stata annullata. Tutto dipenderà da quanto durerà questa situazione, bisogna capire se altri progetti che avevamo in programma potranno essere realizzati o meno. Spero di avere qualche novità in estate o in autunno».