Terza tappa del nostro viaggio tra le società cuneesi del girone B di Eccellenza, che hanno visto stoppata la loro corsa alla giornata 21 della stagione sportiva 2019/2020.
Qual è l’attuale punto di vista della Pro Dronero in merito a eventuale ripresa, annullamento del campionato e rimborsi di giocatori e staff tecnico? Lo abbiamo chiesto al presidente Corrado Beccacini, che già si era esposto in tempi non sospetti, come unico firmatario di una lettera che voleva la fine della stagione. Ecco le sue parole!
Ripresa: sì o no?
“Certamente la mia opinione è che non ci sono le condizioni per ricominciare a giocare. Sento delle ipotesi fantasiose di ripartire a fine maggio, con partite ogni tre giorni e la possibilità di andare oltre il 30 giugno. Mi sembrano discorsi surreali, perché in verità già a inizio marzo i miei giocatori, prima ancora del divieto, mi chiesero di essere esonerati dall’obbligo di allenarsi, perché era già cambiato lo scenario in cui ci trovavamo.
Oggi il desiderio di tutti è quello di voltare pagina, non certo di ritornare con la mente a febbraio o poco dopo. Anzi, mi chiedo cosa stia aspettando la Federazione a dichiarare conclusa la stagione, scelta che inoltre consentirebbe a tutti di iniziare sin d’ora a programmare un 2020/2021 che si presenta tutt’altro che di facile gestione.
Noi per lo stop perché ci faceva comodo? Io rispondo dicendo che a farmi riflettere fu una chiamata diretta del presidente dello Stresa, che mi presentò una situazione drammatica, sottolineandomi come sarebbe stata durissima per tutti, indipendentemente dalla zona. Era evidentemente insostenibile dover partire una trasferta e così è stato.
Non è una scelta di comodo, perché la Pro Dronero è nel gruppo di otto squadre che insegue le prime due e che è in lizza per la zona playoff: siamo tutt’altro che tagliati fuori e quindi è un’accusa del tutto insensata.
Dico solo che dilettantismo vuol dire “giocare per diletto”: la realtà di oggi è molto lontana da questa definizione”.
Annullamento del 2019/2020: sì o no?
“Io penso che sarebbe più corretto annullare la stagione. La stagione è stata interrotta ai suoi sette decimi, se si considera la sola regular season. Eravamo molto lontani dalla sua reale conclusione e quindi ogni verdetto era ancora da stabilire, sia in zona promozione che retrocessione.
Anzi, aggiungo un aspetto tutt’altro che irrilevante: se si dovesse riprendere, si dovranno considerare per forza di cose playoff e playout, perché comunque previsti dal regolamento iniziale. Annullarli o stabilire d’ufficio che le prime due possono essere ammesse alla Serie D aprirebbe degli scenari legali drammatici, con molte società che farebbero ricorso perché magari erano in corsa per le prime cinque posizioni.
Insomma, ricordiamoci che se scegliamo di riprendere sarà un “o tutto o niente”: o si giocano le nove partite di campionato più i playoff (sei partite complessive, compresa la fase nazionale, ndr) o si rischia di incorrere in tanti grattacapi.
Ripeto, con tutti gli altri movimenti che si sono già mossi per la fine della stagione, non capisco perché il calcio debba fare ancora una volta una figura di questo tipo. Quasi mi vergogno di essere presidente di una squadra di pallone in un momento del genere: parliamo di qualcosa di surreale”.
Questione-rimborsi
“Non abbiamo ancora incontrato i giocatori. Quando il campionato è stato sospeso mancava ancora più di un quarto delle partite, oltre ai playoff. Non si potrà non tenere in considerazione tutto ciò, così come la mancanza degli incassi delle ultime partite. Non ci sarà, inoltre, per noi la possibilità di disputare il torneo giovanile “Città di Dronero – Il Podio”, che era una fonte di autofinanziamento importante.
Credo anche che molti oggi sottovalutino il problema delle sponsorizzazioni: noi ci prepariamo a dei tagli sostanziali, che andranno ad inficiare molto la programmazione della prossima stagione. Ci sarà un forte ridimensionamento del calcio dilettantistico ai nostri livelli.
Anche per questa ragione sarebbe importante sin d’ora stabilire la fine delle ostilità, per consentire a tutti una riprogrammazione economica, progettuale e sportiva. Sia proseguire con questa incertezza che immaginare una prosecuzione oltre il 30 giugno è follia: siamo dilettanti, non abbiamo nessun diritto televisivo da difendere e necessitiamo di tempo per poter programmare un campionato.
Un aiuto dalle istituzioni? Certo, come sottolineato anche da altri prima di me, sarebbe importante se la federazione non facesse pagare le quote di iscrizione. Sarebbe un buon segnale per tutti e una grossa mano per un movimento che rischia di trovarsi in grande difficoltà quando tutto ciò sarà finito”.