«Non fatevi rubare la speranza, quella che ci dà Gesù. Non siate mai uomini e donne tristi», ha detto Papa Francesco. Dio ci fa sovente il dono di uomini e donne straordinari, capaci di restituire la dignità della buona notizia evangelica.
Nella maggior parte dei casi, però, chiama nel ruolo di testimoni uomini e donne d’ogni età e cultura, che forse non faranno notizia, ma che sono ricchi di sapienza spirituale. Penso a credenti e no, fedeli nel servizio, con il coraggio di una vita donata. Penso ai cristiani che hanno incontrato il Signore, spesso “cristiani anonimi”, additati e giudicati. Guardando costoro
emerge un desiderio di speranza per una società più umana.
In questi giorni la comunità cristiana ritorna alle sorgenti della speranza, la quale non è solo un vago anelito per una società più giusta e vivibile e neppure soltanto una virtù. Essa ha un volto: Gesù, il Risorto.
San Paolo richiama il percorso sorprendente della speranza e indica il destino del nuovo discepolo di Gesù: “Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui” (Rm 6,8). Così, vita e morte diventano i tratti universali della speranza, perché portano alla vita nuova, alla sua pienezza. Gesù afferma: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6). Il cammino nella speranza attraversa tutte le strade dell’umanità, in particolare quelle che incrociano il mistero della Passione e Morte del Signore.
Per questo il nome della speranza è la Pasqua, è il Cristo vincitore della morte, il Signore Risorto. Per questo la Chiesa non celebra la Pasqua solo una volta all’anno, ma ogni domenica per tornare alle sorgenti, per renderci coraggiosi seminatori di speranza, affinché tutti possano partecipare con gioia alla scuola dei testimoni che fanno notizia.
Buona Pasqua 2020 a tutti: Cristo è Risorto per noi!».