Il mondo della scuola sempre protagonista, nel Roero orientale, anche nelle settimane di piena emergenza sanitaria. E’ il caso dell’Istituto Comprensivo di Govone: realtà scolastica che unisce una vasta rete di plessi (sono ben 12) tra lo stesso Comune sabaudo e i vicini centri di Priocca, Castagnito, Castellinaldo, Magliano Alfieri, e che sin dalle prime battute della situazione pandemica aveva messo a frutto il suo status di “Avanguardia educativa” riconosciuta a livello nazionale, con tanto di rango certificato di scuola-polo per la didattica tecnologica.
Qui, insomma, il concetto di “scuola a distanza” era stato recepito come un’opportunità (prima ancora che un’eventualità) sin da molto prima del sorgere tetro del Covid-19: in un sistema in cui computer e libri già andavano a braccetto, tra aule multimediali attive, fasi in cui gli stessi studenti si pongono come educatori di popolazione e famiglie, e nuovi modi di ragionare sul sistema dell’insegnamento.
Racconta l’animatrice digitale prof. Laura Ragazzo: «L’iniziativa mette in pratica quanto previsto dal decreto governativo dello scorso 17 marzo, a proposito delle misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica. Questa norma prevedeva di mettere a disposizione degli studenti, in comodato d’uso gratuito, dispositivi digitali individuali per consentire loro di poter svolgere le attività attraverso l’impiego di piattaforme in modalità “a distanza”».
La consegna è stata possibile grazie alla pronta disponibilità del sindaco del Comune di Priocca, ossia il senatore Marco Perosino: il quale ha attivato i volontari delle “tute gialle” e programmato gli itinerari per la consegna.
«L’Istituto, per l’individuazione dei beneficiari -prosegue la docente- ha definito i criteri di priorità e effettuato un’attenta analisi dei fabbisogni grazie al lavoro dei coordinatori di classe. Il numero, relativamente ridotto rispetto a quello di altri istituti, sta a testimoniare il valore delle linee guida che hanno caratterizzato il nostro approccio all’impiego delle tecnologie nelle attività didattiche: il “BYOD” (sigla che sta per “Bring your own device”, ossia “porta il tuo dispositivo” a scuola, ndr), praticato dall’anno scolastico 2014-15, ha favorito la diffusione dei device in modo sistematico, soprattutto nella scuola secondaria di primo grado, e lo sviluppo di metodologie innovative, per il potenziamento di tutte le competenze, ma in particolare di quelle trasversali, le cosiddette “soft skills”».
Insieme alla dirigente prof. Gabriella Benzi, la Ragazzo dice: «Un ringraziamento particolare va a tutto il personale amministrativo che ha curato in modo efficiente e tempestivo le pratiche burocratiche e alla collaboratrice scolastica Daniela, che ha coordinato le attività e ha svolto un prezioso supporto tecnologico».
Una scommessa vinta? «Oggi la didattica a distanza si è trasformata da supporto al lavoro in classe a sostitutiva, ma i docenti sanno bene che questa tipologia di insegnamento ha i suoi limiti, per questo dalla data di inizio, il 27 febbraio, abbiamo rimodulato l’orario per più volte, abbiamo studiato, ci siamo confrontati, fatto ricerca, approfondito e sperimentato nuove piattaforme, strumentazioni, applicativi, ogni sistema per rendere il nostro intervento educativo efficace».
I nuovi dispositivi portatili sono stati dunque un innesto puntuale: «Tutto il personale della scuola si è sentito investito del compito di dare continuità all’impresa formativa e di portarla a termine, di ricercare forme, modi, strumenti, soluzioni flessibili per adattare le proposte didattiche all’età dei nostri alunni, ai loro bisogni, alle loro diverse potenzialità, di ricercare compiti che considerino tutte le difficoltà dalla scarsa connettività, alla condivisione dei device nelle famiglie attualmente costrette al lavoro agile, al limite della disponibilità dei devices informatici».
Tra risultati e prospettive, dalla dirigente c’è spazio anche per un auspicio diretto: «Gli insegnanti nelle nostre riunioni descrivono la reazione sorprendente degli allievi, li giudicano più partecipi, maturi, riflessivi, capaci di esprimere al meglio il loro potenziale. La nostra prossima tappa sarà però tornare tra i banchi e tornarci presto. Io non so cosa rimarrà di questa esperienza, so tuttavia che ogni forma di apprendimento incisivo passa attraverso l’interazione fisica, attiva, dinamica ed in presenza. Pertanto non definiamola più didattica a distanza, ma “didattica della vicinanza”, della prossimità tra le persone».
Paolo Destefanis