Penultima tappa del nostro viaggio tra le società cuneesi impegnate nel girone B di Eccellenza 2019/2020, per conoscerne il punto di vista in questa situazione di grande incertezza dovuta al coronavirus.
È la volta della Giovanile Centallo che, in compagnia di Moretta e Benarzole (che sentiremo nelle prossime ore) si stava giocando la salvezza, invischiata in piena zona playout.
Per i rossoblù abbiamo sentito Samuele Parola, Direttore Sportivo e tuttofare centallese, con cui abbiamo come di consueto scambiato quattro chiacchiere su potenziale annullamento, validazione della stagione e scomoda questione rimborsi.
Ripresa: sì o no?
“Secondo noi un’eventuale ripresa è praticamente impossibile, soprattutto ora che il DCPM ha fatto slittare l’eventuale ritorno in campo al 4 maggio. Non è che quel giorno ci sarà la possibilità di ripartire dopo tre giorni: servirà una preparazione e quindi stiamo già parlando di fine maggio.
Perché è infattibile giocare ogni tre giorni? Intanto perché non si è mai fatto e non è facilmente gestibile ai nostri livelli, ma soprattutto perché, con molte aziende che sono state chiuse forzatamente per 60 giorni, non credo che i giocatori avranno con grande semplicità permessi e possibilità di uscite anticipate dal lavoro per poter disputare una partita”.
Annullamento del 2019/2020: si o no?
“Non sarei per l’annullamento, perché più di due terzi sono stati giocati. La cosa più corretta sarebbe comunque permettere a ogni squadra di ripartire nella categoria in cui era e poi valorizzare le squadre che erano in testa, inserendole in cima ad un’eventuale graduatoria di ripescaggio per il campionato superiore.
Con l’attuale crisi, vedo come probabile l’uscita di scena o il ridimensionamento di molte società, che potrebbe garantire appunto a chi vuole salire, di farlo”.
Questione-rimborsi
“Ne abbiamo parlato tanto ma ancora senza prendere una decisione definitiva, che sarebbe comunque prematura. Ritengo che sia giusto dialogare tra società e trovare una linea comune. Detto questo, per come la vedo io, è giusto che un giocatore percepisca il rimborso fin dove ha giocato. Da lì, in poi, non sarebbe corretto perché comunque la stagione si è fermata per tutti”.