Donati 28.500 euro dal Consiglio notarile

L'ente presieduto da Gianangelo Rocca ha sostenuto il nosocomio del capoluogo

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Il Consiglio notarile dei distretti riuniti di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo ha promosso una raccolta di fondi per fronteggiare l’emergenza coronavirus che ha raggiunto la somma di 28.500 euro. La donazione è stata devoluta alla Fondazione azienda ospedaliera  Santa Croce e Carle Cuneo onlus. In merito alla scelta dell’ente a cui destinare la cifra, Gianangelo Rocca (foto), presidente del Consiglio notarile, precisa:«Molte erano le opzioni, perché in effetti molti sono le realtà che si stanno segnalando per la loro opera meritoria in questo campo. La scelta del Consiglio è caduta su un ente che opera a livello locale, e più esattamente sulla Fondazione azienda ospedaliera  Santa Croce e Carle Cuneo onlus, in quanto ha la possibilità di utilizzare a stretto giro e direttamente i fondi raccolti per l’acquisto di macchinari necessari a far fronte a questo particolare e terribile tipo di emergenza sanitaria». «Si è deciso in tal senso», prosegue il presidente Rocca, «fermo restando che nulla impedisce a ogni singolo notaio di fare ulteriori donazioni ad altri enti meritevoli, perché non si può né si deve dimenticare che è a Cuneo e nel Cuneese che sono le nostre radici familiari (almeno per molti di noi) e lavorative, che questa è la terra in cui siamo cresciuti o che ci ha accolti e nei confronti della quale, e dei suoi cittadini, abbiamo un evidente debito di riconoscenza. È appena il caso di dire, inoltre, che il mondo della sanità, al quale va il nostro più sentito ringraziamento per l’opera che sta compiendo a prezzo di generosi sacrifici, anche sul piano della perdita o messa a rischio della vita umana o della salute, va assistito e sostenuto nel miglior modo possibile».
L’occasione della notizia circa la donazione effettuata è propizia anche per chiedere al massimo rappresentante del consiglio notarile della provincia un ragguaglio circa lo svolgimento della sua professione in tempo di coronavirus. «Molti sono convinti che gli studi notarili siamo chiusi», osserva Gianangelo Rocca, «ma non è così, perché noi notai siamo pubblici ufficiali e in quanto tali, come le forze dell’ordine o farmacisti anche se non in prima linea, siamo tenuti ad assicurare il servizio: se le parti lo richiedono dobbiamo ricevere l’atto, ovviamente gestendo la pratica con tutte le precauzioni che l’emergenza sanitaria impone. Sono arrivate direttive nazionali a tal riguardo, le quali ci invitano a stipulare l’atto nei casi di necessità e urgenza, indicazioni che sono in linea con quanto stabilito dal presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, con le chiusure degli studi professionali, ma non dei notai che garantiscono un servizio di pubblica utilità, per le pratiche caratterizzate da indifferibilità e urgenza. Può trattarsi, per esempio, dell’atto di un testamento, o di un mutuo per un’azienda o di un acquisto non differibile di una casa».
«Sia dal Consiglio nazionale che dal Consiglio notarile di Cuneo sono state diramate direttive ai colleghi. Personalmente ho insistito affinché i requisiti di urgenza e indifferibilità vengano interpretati nel modo più restrittivo possibile. Per ogni singolo caso è opportuno confrontarsi prima con i clienti, al fine di precisare come l’interesse preminente sia la salute pubblica e che è quindi prioritario non diventare strumento di diffusione del contagio. In base a queste premesse, quindi, si valuterà insieme al cliente se è veramente necessario procedere con l’atto e in caso di risposta negativa si rimanderà a quando l’emergenza sanitaria sarà cessata».