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Rivelazione “Doc”, il successo dell’empatia

Luca Argentero vive tre vite in una nella serie tv che ripartirà dopo l'estate: «Non mi aspettavo tanto amore»

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In fondo, anche se casualmente, la serie televisiva che racconta “Doc” ed è campione di ascolti su Rai1 evidenzia un messaggio molto attuale. Sottolinea l’importanza di una medicina che sappia stabilire un rapporto di empatia tra medico e paziente. Un concetto tutt’altro che scontato e che – in tempi di emergenza coronavirus – rischia di passare in secondo piano.
Eppure è proprio questo il senso del grande successo del personaggio interpretato da Luca Argentero che stasera – giovedì – vedremo a partire dalle 21.30 nell’ultima delle quattro puntate trasmesse (due episodi alla volta) in questa prima parte.

Il concetto di empatia è stato rilanciato dallo stesso Argentero domenica scorsa, ospite (in collegamento da casa) di Fabio Fazio, a proposito del grande lavoro sviluppato attorno alla serie tv e non solo: «Empatia è la parola chiave di questo lavoro, di questa sceneggiatura. La storia parla di empatia e i messaggi che ho ricevuto fin dall’inizio fanno emergere una forte identificazione con la trama e con i personaggi al di là delle nostre aspettative. Era assurdo immaginarsi numeri del genere».

Oltre otto milioni di telespettatori, un bel 30 per cento di share. Ecco le cifre del successo. I fan ora trepidano per vedere un seguito e saranno accontentati a partire dal prossimo autunno: la produzione ha già pronti sette degli otto nuovi episodi che – se non fosse stato per l’emergenza covid – avremmo probabilmente visto in tempi più brevi.

“Doc – Nelle tue mani” è il titolo della serie che ha sostituito il mitico Don Matteo in prima serata sul primo canale, e ancora una volta fin dall’inizio c’è qualcosa che rimanda al concetto di empatia. Quella che occorre quando ci si affida totalmente alle cure degli esperti per uscire dal tunnel di una malattia. Quella che ci mette in comunicazione con gli altri creando una rete impercettibile ma solidissima. Si esprime meglio tra persone dotate di sensibilità più spiccata.

Come nel caso di Argentero e del suo alias dottor Andrea Fanti, medico con tre vite in una: quella di giovane alla scoperta della professione con un atteggiamento positivo e aperto al prossimo, quella di medico affermato ma avvelenato dal più grave dei lutti personali (la perdita del figlio) e infine quella successiva allo smarrimento della memoria, in una sorta di ritorno alle origini, una seconda chance per reinterpretare professione e vita sotto nuove prospettive.
Sembra una trama fin troppo fantasiosa invece è la copia di una storia realmente accaduta, la vicenda del dottor Pierdante Piccioni, raccontata dallo stesso nei suoi libri “Meno dodici” e “Pronto soccorso”, editi da Mondadori. Ebbe un incidente stradale, perse la memoria tornando indietro di dodici anni, i figli erano cresciuti ma lui credeva di doverli ancora accompagnare a scuola, fece fatica a ricominciare da zero. Alla fine il dottor Piccioni ha preso altre due lauree, non sappiamo invece quale strada troverà il collega virtuale Fanti. Che vive nelle espressioni – ancora una volta – empatiche di Luca Argentero. E che fa splendere il suo sorriso rassicurante e contagioso. Così il personaggio della finzione si fonde con la personalità dell’interprete. Fanti ha un talento naturale per le diagnosi, fa leva sulla vicinanza di pensieri e sensazioni con i pazienti ma lotta contro la meschinità e l’opportunismo dei colleghi-rivali, degli amori ripudiati o dimenticati. Il torinese Argen­tero è un attore ormai tra i migliori del panorama italiano, cresciuto passo dopo passo su un percorso cominciato da lontano, dalla chance Grande Fratello.