Tra gli amministratori della Regione Piemonte impegnati nella gestione dell’emergenza coronavirus c’è il vicepresidente Fabio Carosso, che si sta occupando soprattutto di programmare la ripresa post Covid-19 sul fronte della tutela del paesaggio e dello sviluppo degli enti locali.
Con il governatore Alberto Cirio, l’ex sindaco del Comune di Coazzolo, nell’Astigiano, noto anche per la sua attività imprenditoriale nel mondo delle piscine, ha avviato una serie di colloqui per definire un gruppo di lavoro che sarà chiamato a prendere per mano il Piemonte e ad aiutarlo a uscire dalla crisi scoppiata con la diffusione del pericoloso virus. Si tratta, per lo più, di «esperti di comunicazione e marketing, perché la ripresa dovrà necessariamente passare per il rilancio dell’immagine e delle tante eccellenze che la nostra regione può mettere a disposizione», sostiene Carosso. I
n parallelo, a fianco dei provvedimenti economici che si spera possano arrivare da Stato e Unione europea, «sarà fondamentale che ciascun cittadino piemontese si impegni per sostenere e dare valore al proprio territorio», afferma il Vicepresidente. Questo perché, almeno in una prima fase, è possibile che il flusso di turisti provenienti da Paesi esteri sia limitato, se non nullo. In questo senso, «diventa importante che ognuno torni a essere turista del proprio Piemonte e che, al contempo, lo promuova presso i propri conoscenti», chiosa Carosso. Insomma, solo facendo squadra il Piemonte potrà tornare a essere in breve tempo quella regione dinamica e propositiva che veniva guardata con ammirazione non solo dalle altre regioni italiane ma anche dai cittadini di Stati stranieri.
Vicepresidente Carosso, come sta vivendo l’emergenza coronavirus che ha messo in ginocchio anche il nostro Piemonte?
«Nei panni di cittadino e imprenditore, ho cambiato il modo di vivere i rapporti con le persone. Ho necessariamente dovuto rinunciare ad abbracci e strette di mano che mi contraddistinguevano. Da vicepresidente regionale, avverto tutta la responsabilità che determina un’emergenza del genere. Sono preoccupato per salute di tutti i piemontesi e, in particolare, degli anziani. Come Regione, dobbiamo continuare a fare tutto il possibile».
A proposito di turismo, in Piemonte, il periodo clou è l’autunno. Come ci si prepara alla luce dell’attuale situazione incerta e complicata?
«Dobbiamo programmare il rilancio e far sì che la nostra gente ritrovi entusiasmo e si rimbocchi le maniche. Chiaramente serviranno aiuti adeguati, ma prima di tutto sarà fondamentale la promozione. La chiave, considerato che difficilmente potranno arrivare turisti dall’estero, sarà mettere in campo azioni di marketing capaci di portare in Piemonte liguri, lombardi e veneti».
In che modo i cittadini possono sostenere la ripartenza?
«Acquistando prodotti della nostra regione, riallacciando rapporti con altri cittadini, professionisti e realtà piemontesi che si erano trascurati e tornare a frequentare, anche per le proprie vacanze, i nostri territori. Insomma, cerchiamo di aiutarci a vicenda. Tutto ciò in attesa di una ripartenza più ampia, che dovrà necessariamente avere come fulcro quelli che io definisco come “uomini straordinari”, ovvero persone dotate di una particolare competenza in materia di promozione e marketing che dovranno fare da traino e indicare la strada da seguire, principalmente sul web, per dare valore alla grande “azienda Piemonte”».