In merito alle notizie che si susseguono sui media in questi giorni, in riferimento alla
gestione dell’emergenza COVID-19 nelle case di riposo, come Presidente dell’Associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo e a nome delle residenze per anziani, desidero fare qualche puntualizzazione in merito alla reale situazione in atto.
Si deve sapere prima di tutto, che la maggior parte delle case di riposo aveva intrapreso azioni di prevenzione (quali chiusure delle strutture agli esterni e isolamenti di casi sospetti) ancor prima dell’emanazione dei DCPM da parte della Regione Piemonte; i direttori delle strutture, poi, si erano adoperati in ogni modo – e continuano a farlo, per acquisire dispositivi di protezione individuali, purtroppo mai consegnati perché bloccati alla dogana, probabilmente per essere distribuiti alle strutture ospedaliere e alla protezione civile.
Le residenze per anziani si sono così dovute ingegnare: alcune si sono procurate
mascherine costruendole artigianalmente, grazie magari all’aiuto di parenti e volontari. In
data 6 aprile, l’Associazione stessa, a nome di 63 strutture della provincia, richiedeva ai
tavoli di crisi i dispositivi di protezione individuali e i tamponi necessari per affrontare
l’emergenza e in seguito continuava a sollecitarli: fino a ora, non ci sono pervenute
risposte in merito.
L’Associazione, inoltre, insieme a molte case di riposo si è adoperata per l’acquisto e lo
sdoganamento dei dispositivi di sicurezza necessari alle singole strutture: le procedure di
sdoganamento continuano a rappresentare uno scoglio, in quanto le RSA, paradossalmente, non sono considerate presidi a rischio. Man mano che alcuni dispositivi si rendono finalmente disponibili, i volontari dell’Associazione sono pronti a distribuirli a chi li aveva ordinati, in modo immediato e con priorità alle situazioni più critiche.
Detto questo, desidero far chiarezza su alcuni numeri dell’attuale situazione: su 140 Case
di Riposo della Provincia di Cuneo, ad oggi 29 strutture dichiarano problemi di gestione
dell’emergenza COVID-19; di queste, solo 8 risultano in situazione di difficoltà e 3 sono
cliniche riabilitative e non case di riposo.
Rispetto alla media regionale dichiarata del 30% delle RSA con problemi di gestione del
COVID-19, nella provincia di Cuneo questo dato è del 18%, segno che il sistema di
prevenzione individuato e attuato dalle RSA locali sta funzionando, nonostante il mancato
supporto da parte delle istituzioni preposte alla lotta contro l’infezione, che le hanno
lasciate sole.
Il 90% delle criticità nelle case di riposo, sono, peraltro, da imputarsi a situazioni di ospiti
provenienti dagli ospedali: non s’intende qui puntare il dito contro le aziende ospedaliere,
che stanno lavorando in modo encomiabile, ma piuttosto sfatare il mito della casa di riposo
come focolaio del virus.
Ricordo anche che le RSA, per loro natura, non sono organizzate come presidi ospedalieri
e, pertanto, non possono gestire gli aspetti sanitari derivanti dal COVID (di gestione
esclusivamente ospedaliera): come Associazione, ci opponiamo quindi alla richiesta di
ospitare e mantenere in struttura persone positive al virus. Tale evenienza metterebbe in
grave pericolo la salute e la vita stessa degli altri ospiti, come si è già verificato, purtroppo,
in altre Regioni.
Per quanto riguarda il numero dei decessi nelle RSA nella provincia di Cuneo, risultano
essere, nel primo trimestre 2020, 337 contro i 344 del primo trimestre 2019 (dati forniti
dalla Regione Piemonte), di questi 337, 28 sono stati dichiarati per COVID-19.
Mi sembra doveroso affermare quanto sopra riportato, anche a sostegno di tutte le
persone che lavorano nelle RSA e che, da settimane, si spendono oltre limiti di orario e di
Sede operativa Corso John F. Kennedy, 5/F, 12100 Cuneo, tel e fax. 0171/601592
C.f. 96052970041 – p.i 03582860049- e.mail info@ascaseriposo.it – www.ascaseriposo.it
fatica, per continuare a tutelare il benessere dei nostri anziani. A loro va, ancora una volta,
il ringraziamento mio personale e di tutto il Consiglio Direttivo dell’Associazione.
Il presidente
Silvio Invernelli