È allarme siccità nella Granda, dove a marzo si è registrato il 35% in meno delle precipitazioni rispetto alla media storica. Ad evidenziarlo è Coldiretti Cuneo che sottolinea come il trend del primo trimestre del 2020 sia poco promettente per le riserve idriche necessarie all’annata agricola.
Dopo un gennaio secco e più che tiepido, la Granda ha conosciuto un febbraio eccezionale dal punto di vista climatico: caldo, arido e ventoso; soltanto a marzo è tornata la pioggia, ma in misura comunque ridotta rispetto ai valori storici e con temperature che si sono tenute mediamente al di sopra dei valori consueti per il periodo.
La criticità maggiore – rileva Coldiretti Cuneo sulla base dei dati di ARPA Piemonte – riguarda il bacino del Tanaro, dove nel mese di marzo, alla sezione di Farigliano, si è registrata una portata media con valori pari al -49% rispetto a quelli storici. Situazione difficile anche per il Maira (-37,7%), per il Varaita (-35,1%) e la Stura di Demonte (-22,2%), senza dimenticare il Po, la cui portata ridotta ha generato un abbassamento del livello idrometrico di -2,7 metri al Ponte della Becca a Pavia, come a Ferragosto.
A patire – spiega Coldiretti Cuneo – sono soprattutto i terreni secchi seminati a cereali che rischiano di non far germogliare ed irrobustire a dovere le piantine. Il bel tempo di queste settimane, se da un lato ha permesso agli agricoltori di procedere con le lavorazioni in modo ottimale, dall’altro sta rallentando la germinazione dei semi, che può avvenire solo in presenza di buona umidità.
“In un Paese come l’Italia che, per carenze infrastrutturali, trattiene solo l’11% dell’acqua piovana – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione: vanno realizzate piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica, ma allo stesso tempo serve un piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano”.
“Sono urgenti – conclude Moncalvo – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico. Perché, come si suol dire, prevenire è meglio che curare”.
c.s.