Home Attualità Congiuntura economica in Granda: frenano gli investimenti e diminuisce la produzione

Congiuntura economica in Granda: frenano gli investimenti e diminuisce la produzione

Le stime di previsione presentate nel webinar di Confindustria Cuneo

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L’emergenza coronavirus ha avuto e continua ad avere ricadute importanti sulle imprese e sui consumi. Il sistema produttivo italiano ha subito forti danni. La produzione industriale a marzo ha toccato il -16%, mentre nel primo trimestre si è registrato il calo maggiore da undici anni, con il -5,4%. Confindustria Cuneo stima un netto peggioramento nel secondo trimestre del 2020 per quello che riguarda le aziende della Granda.

Per il settore manifatturiero è previsto un calo della produzione del 18,1% con una diminuzione dei nuovi ordini totali pari al 19,2% e del 9,5% sull’export, e una conseguente aspettativa sulla redditività che crolla del -22%. Peggioramento previsto anche nei ritardi degli incassi, attestati intorno al 37,6%. Rimane costante rispetto allo scorso trimestre il tasso delle risorse impiegate e il tempo medio di pagamento. Il presidente di Confindustria Mauro Gola non nasconde però una forte preoccupazione sulla tenuta del sistema di pagamento tra cliente e fornitore, incrinato dalle difficoltà in cui versano le aziende del settore.

Si impenna la cassa integrazione che attenua il calo dell’occupazione e permette temporaneamente alle aziende di allentare la stretta sui costi. Al momento circa il 70% delle aziende di Confindustria vi ha fatto ricorso, 45% delle quali appartengono al comparto metalmeccanico. Si attendono le misure del Decreto di Aprile volte a irrobustire gli ammortizzatori sociali, al momento ritenuti insufficienti per far fronte alla crisi.

Dati percentualmente migliori per il settore terziario e quello dei servizi. Alcuni comparti, come quelli che si occupano di sanificazione e pulizia, hanno assistito a un moderato sviluppo in conseguenza dell’emergenza. In generale però le previsioni sono negative. Si stima un -20% dell’attività produttiva e un -1,2% dell’occupazione. Un salto significativo dal 1,1% al 25%, invece, interessa la previsione del ricorso alla cassa integrazione.