In questo periodo di emergenza e reclusione, c’è bisogno anche di chi si occupi degli animali, domestici e no. Alcune associazioni hanno integrato protocolli riguardo all’emergenza Covid-19, così da poter aiutare padroni e animali in caso di bisogno. Nel Cuneese, per quanto concerne il territorio dell’Asl Cn1, c’è l’Umvv, l’unità medico veterinaria volontaria, che si occupa della sicurezza e della cura di animali in difficoltà.
«L’attuale emergenza determina nuove problematiche anche per la gestione degli animali da affezione, i proprietari che si trovano in quarantena o in gravi condizioni di salute sono impossibilitati a lasciare la propria abitazione», spiegano dall’associazione. «Se intervengono problemi sanitari al proprio animale possono non essere in grado di assicurare loro idonee cure, nel momento in cui non abbiano anche altri supporti, questa situazione può causare rischi per la salute dell’animale e comprometterne il loro benessere».
L’associazione “Unità medico veterinaria volontaria” con sede a Fossano presso il
Coordinamento della Protezione civile della provincia di Cuneo, ha la possibilità di fornire supporto con il suo personale veterinario volontario, utilizzando la propria dotazione: un mezzo idoneo anche per il trasporto di animali da affezione, strumentazione per il primo soccorso.
Con il presidente dell’Unità medico veterinaria volontaria Guido Giordana approfondiamo meglio il senso dell’associazione.
Com’è nata l’unità da lei guidata?
«L’associazione è nata nel 2013, in un quadro più ampio, parte di un progetto di associazioni sanitarie che hanno il Pass, ossia Percorsi assistenziali per i soggetti con bisogni speciali. Nell’unità abbiamo medici, psicologi, infermieri e veterinari; è nata a Cuneo e si è estesa in tutta Italia. Facciamo parte anche della colonna mobile del Piemonte, c’è stato il riconoscimento dal dipartimento nazionale dell’associazione civile. In caso di emergenza ci consente di avere l’appoggio da parte della Protezione civile».
Quanti ne fanno parte e quanti volontari ci sono nell’unità?
«Siamo in 50 ed è possibile anche l’iscrizione di non veterinari che siano esperti in questo ambito e possano dare una mano. Siamo riusciti a dotarci di attrezzature specialistiche, abbiamo un container che è l’ambulatorio veterinario, un mezzo per essere autonomi e l’attrezzatura per un eventuale cattura degli animali».
Come si svolge il lavoro dell’unità in emergenza?
«Abbiamo messo in atto due protocolli per questa emergenza legata al Covid-19 e alla reclusione forzata. Il primo riguarda il supporto ai proprietari di animali domestici che hanno difficoltà in questo periodo. In caso di problemi agli animali e all’impossibilità di muoversi da parte dei padroni, noi possiamo intervenire, verificare ed eventualmente portare l’animale dal veterinario di fiducia. Questo protocollo prevede anche i prelievi degli animali che sono rimasti a contatto con positivi al Covid-19. I padroni, essendo soggetti positivi, trovano pochi che si fidano a entrare nella casa e in quel caso interveniamo noi, mettendo al sicuro l’animale. Il secondo protocollo riguarda i circhi e i parchi safari in difficoltà per la mancanza di introiti. Siamo intervenuti in Campania con alcuni casi di circhi dove vi erano problemi di alimentazione per gli animali e per lo smaltimento degli escrementi. Stiamo inoltre contribuendo ad un caso a Castell’Alfero di Asti, fornendo approvvigionamenti e aiuto, sia agli animali che alle persone che fanno parte del circo».
Dove vengono portati gli animali che restano soli?
«Gli animali domestici vengono portati in una pensione di riferimento e vengono accuditi gratuitamente, senza costi per i proprietari e anche i nostri interventi sono completamente gratuiti».
State portando avanti altre iniziative?
«Stiamo contribuendo a un progetto di ricerca con il dipartimento di Scienze veterinarie di Torino, insieme all’istituto zooprofilattico di Brescia».