«Non credo ci sia un luogo in cui mi sono sentito “a casa” anche perchè non era una casa che stavo cercando»

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Quanto è durato il tuo viaggio e che punti del mondo ha toccato?
«Il viaggio è durato due anni, per quanto riguarda la parte in cui mi muovevo ogni giorno col mio zaino in spalla ma, se vogliamo contare la mia esperienza attuale, allora saliamo a tre. Durante questo periodo sono stato in Giappone (2 volte), Vietnam, Cambogia, Thailandia (3 volte), Sri Lanka, India, Hong Kong (2 volte), Corea del sud, Austria, Germania, Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Macedonia, Bulgaria, Romania, Turchia, Israele, Iran, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Inghilterra, Messico, Portogallo, Spagna e Italia (sarebbe stato schiocco girare tanto senza esplorare il nostro bel Paese). Possono sembrare tappe a caso ma questo è il (dis) ordine che ho seguito e, alla fine, sono felice delle mie scelte. Chiunque poteva seguire il mio viaggio tramite i miei canali social, e può ancora osservare ciò che mi ha portato ad essere dove sono ora».

Qual è il luogo nel quale ti sei sentito più a casa?
«Non credo ci sia un luogo in cui mi sono sentito “a casa” anche perchè non era una casa che stavo cercando. Posso dire però che lo Sri Lanka è il luogo che più mi ha emozionato e in Thailandia mi piacerebbe viverci per qualche mese».

In che punto del tuo percorso hai capito che forse era tempo di fermarsi e tornare con i piedi per terra?
«In Armenia è dove si ruppe qualcosa, dove il mio spirito di avventura venne meno e iniziò quel declino emozionale che mi avrebbe portato a casa qualche mese dopo. Non fu colpa dell’Armenia ci tengo a specificare, iniziai semplicemente a rendermi conto che stavano affiorando altre necessità».