Pietro Boscolo è il Miglior Centrocampista del 2019: “Un premio di squadra, spero di continuare”

45 anni e non sentirli: "Non voglio passare le mie domeniche al centro commerciale"

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Un premio che vale anche un po’ come premio alla carriera, ma che in primis serve a certificare come il 2019 sia stato un anno eccezionale per lui e per tutta la squadra.

Pietro Boscolo è stato eletto come Miglior Centrocampista degli Idea Awards 2019, superando una concorrenza fatta di undici giocatori-top: prima l’accesso alla fase finale, tra i cinque più votati dai giornalisti, quindi il trionfo con il voto del pubblico, lasciandosi alle spalle giocatori come Romani, Viglione, Cristini e Galfrè.

“Un premio che mi inorgoglisce e per cui ringrazio tutti coloro che mi hanno votato e mi hanno dato la preferenza, giornalisti e tifosi. Sono felice per me, ma credo che questo premio vada condiviso con una squadra eccezionale, che ha fatto nel 2019 qualcosa di straordinario” – ha spiegato durante la diretta.

Ed è proprio ai “ragazzi terribili” del Valle Varaita che va il pensiero del classe 1975: “Il nostro segreto è il gruppo. La società ha fatto un lavoro eccezionale, iniziato con Marzanati e confermato con Giordana. Il grande merito da parte della dirigenza è stato quello di puntare su gioventù e continuità: pochi innesti ma di qualità, per allestire una rosa di prim’ordine”.

Quali prospettive, ora? “Purtroppo lo stop è arrivato quando potevamo ancora dire la nostra. Stavamo disputando un campionato di Promozione da matricola terribile ed eravamo a soli sei punti dai playoff, quindi tutto era possibile. Sono certo, però, che il futuro è dalla nostra: abbiamo tanti giovani che molti ci invidiano e una linea difensiva con pochi eguali in provincia. Potremo battagliare ancora”.

Insomma, zero voglia di appendere gli scarpini al chiodo: “Assolutamente no, anche perchè non voglio passare le domeniche nei centri commerciali (ride, ndr). Almeno un anno voglio ancora regalarmelo, se la condizione continuerà ad essere buona. Il segreto? Continuare ad allenarsi con regolarità, come faccio da quando esordii nelle prime squadre a metà anni ’90. Non servono elisir di lunga vita, bastano volontà e buona condizione”.

Infine, si scherza sui suoi idoli e punti di riferimento nel ruolo di centrocampista: “Quando ho iniziato, impazzivo per Paulo Sousa, che forse molti si sono dimenticati. Giocatore di sostanza e qualità che mi piaceva tantissimo. Oggi? Dico Miguel Veloso. Credo sia un ragazzo clamorosamente sottovalutato, che unisce alle grandi qualità tattiche un mancino invidiabile. Avessi io il suo piede!”.