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Calcio dilettantistico – Dalla lettera di Mossino ai dubbi sui ripescaggi: quali scenari per il nostro calcio?

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La lettera aperta del presidente della LND Piemonte-Valle d’Aosta Christian Mossino, inviata a metà della scorsa settimana, ha in sintesi portato a due conclusioni.

In primis, senza dirlo, Mossino ha di fatto lasciato intendere quanto già tutti immaginavano da tempo: la stagione 2019/2020 non ripartirà e, anzi, è tempo di concentrarsi per capire se e quando si potrà iniziare la stagione 2020/21.

In secondo luogo, le sue parole hanno da subito prodotto grande caos in merito al discorso ripescaggi in vista della prossima stagione: davvero il Piemonte-VdA, così come le altre regioni del Nord, richiederà di stilare una classifica nazionale su media-punti, di fatto “tirandosi la zappa sui piedi”?

Questa è la domanda che molti si sono posti, analizzando rapidamente i dati. Perché? Perché applicare la media-punti a livello nazionale, significherebbe intanto non valutare le differenze di valore di ogni girone, ma soprattutto, nel concreto del Piemonte, implicherebbe la praticamente certa non-promozione di Saluzzo, Derthona e Pont-Donnaz, molto indietro in questa classifica, e, di conseguenza, a cascata in tutte le altre categorie.

Lo scenario

Perché diciamo questo? C’è chi ha già fatto i calcoli. Su 28 gironi di Eccellenza nazionale, che attualmente “producono” 30 prime classificate (oltre al tandem Derthona-Saluzzo anche in Basilicata c’è una coppia al vertice), attualmente il Pont-Donnaz sarebbe 24esimo. Granata e alessandrini addirittura 36esimi, ma soprattutto superati da molte società che non sono prime nei loro gironi, ma che hanno fin qui ottenuto una media-punti più alta di quella di molte prime.

Le polemiche e le vere ipotesi

Queste storture hanno, come detto, generato polemiche: parrebbe insensato proporre al Consiglio Federale una soluzione che, oltre ad implicare una stortura sul reale andamento dei gironi, finirebbe anche per non considerare il diritto acquisito di ogni prima classificata di partecipare al prossimo campionato di Serie D, come previsto da regolamento. E, a cascata, il tutto ricadrebbe sulla Promozione e via via sulle altre categorie: nessun diritto all’Eccellenza, facilmente, per l’Albese, e così via.

Ecco perché pare che alcuni abbiano già interrogato il Comitato Piemonte-VdA. Nessuna fonte certa, ma la precisazione fatta dai vertici regionali porterebbe in questa direzione: la media-punti sarebbe presa in considerazione solo per le squadre dalla seconda alla quinta posizione, escludendo da questo calcolo invece le prime classificate, che avrebbero acquisito il diritto alla prossima Serie D, senza dover passare attraverso le fauci amare di un classificone che consideri media-punti e chissà quale altro criterio.

Ma quindi cosa aspettarsi?

È la domanda più che ovvia e che genera molti dubbi. Se davvero 30 squadre in Italia avessero il diritto di partecipare alla prossima Serie D, ciò implicherebbe verosimilmente la necessità di ampliare i gironi di D oppure di creare da zero un altro girone, per accoglierle tutte.

Ad oggi, infatti, sono al massimo 10 le società che potranno ambire alla partecipazione della prossima Serie C, e di conseguenza solo 10 gli spazi liberati.

Il tutto, al netto di una considerazione importante: quante società falliranno? Quante si ridimensioneranno dopo questa crisi? E quindi, quanti spazi si libereranno? Ecco perché l’intenzione pare quella di anticipare i tempi sulla domanda di iscrizione alla prossima D (30 giugno?) per capire chi realmente riuscirà ad iscriversi e di conseguenza quanti spazi si libereranno.

Sarà fattibile?

I dubbi finali, però, sono tantissimi:

– Come potrà la LND richiedere alle società di anticipare i tempi sulla iscrizione alla prossima Serie D, in uno scenario di totale incertezza in cui, verosimilmente, queste chiederanno semmai di posticiparli, per poter comprendere con più chiarezza se riusciranno a partecipare?

– Come potrà il Piemonte-VdA poter avere due promosse nel girone B solo perché due erano le squadre al vertice, mentre le altre regioni (eccezion fatta per la Basilicata) ne avrà solo una? Resta concreta la possibilità che a un certo punto il Comitato dovrà decidere tra Saluzzo e Derthona (con gli alessandrini avanti per la classifica avulsa)

– Quante società, a cascata, scopriranno solo ad estate avanzata in quale categoria potranno iscriversi? Non solo in D, ma anche e soprattutto in Promozione, Prima e Seconda Categoria?

– Ma soprattutto, quando si potrà realmente tornare a parlare di calcio giocato? Ad oggi è verosimile immaginare una ripresa nel 2020? In caso contrario, quanto tempo avranno le società per capire che cosa fare del loro futuro e dei loro diritti acquisiti?

Dubbi che, forse, non verranno risolti prima dell’estate.