Maggio mese di rinascita, ma a corrente alternata. Le parole di Conte di ieri sera hanno dato una prima apertura, ma con evidenti scaglionature e limiti: dal 4 maggio, come immaginabile, non ripartirà l’intero movimento sportivo italiano, ma si tratterà anche qui di un graduale ritorno alla normalità.
Ma che cosa prevede nello specifico il nuovo DCPM?
Si può correre all’aperto, ma distanti
“Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere
individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente
autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”.
Questo il primo passaggio cruciale: sarà possibile correre a due metri di distanza e camminare ad uno, senza limitazioni di distanza dalla propria abitazione (abolito il limite dei 200 metri). Insomma, via libera agli allenamenti individuali e alle corsette, purchè rispettando le regole di distanziamento sociale.
Atleti di interesse nazionale: si torna in pista
“Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali”.
Questo è l’altro elemento-clou del nuovo provvedimento, che si focalizza in particolar modo su due passaggi. Il primo è il concetto di “individuale”: come precisato dallo stesso Conte, il 4 maggio rappresenterà la data zero per la ripresa degli allenamenti di tutti quegli sportivi che praticano sport individuali e che quindi possono rispettare con più agilità le nuove norme di distanziamento sociale, rese ancora più stringenti.
Il secondo punto, invece, è il concetto di “interesse nazionale”, non sempre chiarissimo: sarà il CONI a definirlo, anche se pare evidente che per gli sport individuali rientrano in questa lista tutti quegli sportivi che inseguono il sogno olimpico (come previsto anche nel primo DCPM di ormai quasi due mesi fa).
Chiuse palestre e piscine
“Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi”.
Questo ultimo passaggio certifica che quegli spazi che non possono garantire le norme di sicurezza resteranno ancora chiusi. Piscine e centri sportivi non riapriranno ancora, nè al momento il Premier ha parlato di una loro certa riapertura già il 18 maggio: più verosimile che verranno equiparati a bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, riaprendo dal mese di giugno.
Che cosa aspettarsi il 18 maggio?
Il 18 maggio è la tanto attesa data per la ripresa degli allenamenti collettivi, purchè si garantiscano alcuni accorgimenti di distanziamento sociale che verranno precisati in seguito.
Insomma, dal 18 maggio dovrebbero tornare in campo e palestra calciatori, cestisti, pallavolisti e tutti gli altri atleti di sport collettivi?
Non è proprio così. Il concetto di “interesse nazionale” resterà, aprendo all’attività sportiva, verosimilmente, delle sole squadre professionistiche o semi-professionistiche.
In sintesi, il silenzio di Conte sul tema di ieri sembra averlo confermato: tutto lo sport dilettantistico ha chiuso la stagione 2019/2020.
Resterà da capire, ora, che cosa intenderà per interesse nazionale il CONI in merito a realtà intermedie: la Serie D potrà riprendere gli allenamenti? E che ne sarà dei campionati?