Ha fatto molto parlare nelle ultime ore la presenza, presso la “Casa Madre Teresa di Calcutta” di Saluzzo, di dieci casi di positività al Covid-19 tra le persone ospitate nella struttura.
Visto il gran tamtam generato sui social network il Direttore della Caritas Don Giuseppe Dalmasso ha deciso di inviare un comunicato stampa, che riportiamo integralmente, per alcune precisazioni per “contribuire ad informare correttamente la cittadinanza sulla situazione”.
“Nonostante la stagione di raccolta della frutta non sia ancora iniziata, per tutto l’inverno la Caritas non ha cessato di dare assistenza ad alcuni migranti che lo scorso anno avevano lavorato nei nostri frutteti e che si erano venuti a trovare in situazione di particolare fragilità. Sono stati accolti al piano terra di “Casa Madre Teresa”, una struttura creata per dare risposte abitative alle situazioni più difficili, per residenti e non, anche in relazione al fenomeno della migrazione stagionale. Oltre a questo gruppo di giovani braccianti africani, ad oggi la struttura ospita al secondo piano una famiglia di 5 persone.
Con tempestività e professionalità gli operatori della nostra Caritas sono intervenuti in “Casa Madre Teresa”, seguendo protocolli interni di gestione, previsti appositamente per far fronte a potenziali situazioni di contagio.
Le procedure sono scattate nel momento in cui uno degli ospiti del piano terra ha riferito di alcuni episodi di tosse. Gli operatori hanno immediatamente contattato il Servizio Igiene di Saluzzo dell’ASL CN1 per valutare come procedere, nonostante l’ospite abbia poi riferito che la tosse fosse sparita il giorno stesso e nessuno degli altri accolti abbia manifestato alcun sintomo. Tuttavia, con grande senso di responsabilità, gli operatori hanno subito richiesto che venissero fatti dei tamponi, data la presenza di più persone che vivono negli spazi al piano terra, dove nei giorni precedenti si era proceduto ad una completa sanificazione con specifiche operazioni di pulizia e al distanziamento dei letti, distribuendo gli ospiti in due stanze differenti.
L’esito del tampone, eseguito su tutti gli ospiti della struttura, ha purtroppo dato esito positivo per 10 di loro. Al momento al piano terra di “Casa Madre Teresa” tutte le 10 persone positive sono in quarantena per 14 giorni fino a che, come previsto dal Servizio Igiene, non saranno rilevati due tamponi negativi a distanza di 24 ore. Al momento nessuno degli ospiti risulta sintomatico, come rilevato dalla visita dei medici intervenuti. Sono in isolamento domiciliare fiduciario anche cinque operatori e quattro volontari della nostra Caritas.
Gli operatori continuano a mantenere un contatto telefonico quotidiano con gli ospiti di “Casa Madre Teresa” per monitorarne le loro condizioni, in modo da accertarsi che il periodo di isolamento prosegua senza la comparsa di sintomi.
Al primo ed al secondo piano gli ospiti della struttura sono risultati tutti negativi al tampone.
Sottolineo inoltre che fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, come raccontato sul sito di Saluzzo Migrante, sia gli operatori sia i volontari di tutti i servizi Caritas, sia gli ospiti di Casa Madre Teresa, sono stati dotati dei necessari dispositivi di sicurezza (guanti, mascherine, gel igienizzanti…), informati sui rischi e sulle norme in vigore per la prevenzione del contagio (per Casa Madre Teresa anche attraverso uno specifico contatto telefonico con i medici volontari della ONG “Médecins du monde”, come riportato sul profilo Instagram di Saluzzo Migrante).
Rispetto all’informazione riportata dai giornali, confermo che in “Casa Madre Teresa” è stata ospitata una persona dimessa dall’Ospedale di Saluzzo, sottolineando che al momento delle dimissioni e dell’ingresso in struttura la persona era negativa al tampone per il COVID-19. L’ingresso è stato motivato dalla necessità di garantirgli il periodo di decorso previsto dopo le dimissioni dall’Ospedale.
Purtroppo l’emergenza sanitaria ha aggravato le condizioni già precarie e fragili di persone che vivono ai margini delle nostre comunità: gli anziani, i poveri, i reclusi, i senza dimora, i malati, i migranti. Con “Casa Madre Teresa” la Caritas non ha la pretesa di sostituirsi a nessuno, tanto meno alle strutture sanitarie del territorio: vuole solo fornire il modesto aiuto che le sue risorse le consentono, come ha fatto in questi ultimi due anni. Nemmeno tiene a lavorare per conto proprio, perchè sempre ha sollecitato accordi di collaborazione e trovato la disponibilità di operatori e volontari, orientati come siamo a dare il nostro aiuto a tutti quelli che ne hanno bisogno, siano italiani o stranieri, secondo l’insegnamento di Madre Teresa di Calcutta.
Quanto è accaduto non era ovviamente immaginabile quando il nostro Vescovo, Mons. Cristiano Bodo, ha inaugurato la struttura a fine febbraio, ma non per questo ora rinunciamo a farci carico delle responsabilità che la situazione ci impone.
Sottolineo come la situazione sia stata gestita dagli operatori della Cartias con grande responsabilità, nella piena collaborazione che da sempre ci contraddistingue, con le autorità locali, le forze dell’ordine, i servizi sanitari e socio-assistenziali.
Se già prima i nostri ospiti uscivano raramente dalla struttura quando è iniziata l’emergenza sanitaria, ora stanno osservando rigorosamente la quarantena, così come fanno tanti nostri concittadini.
In questo difficile momento, desidero ringraziare tutti gli operatori e i volontari che gestiscono i servizi della nostra Caritas, soprattutto quelli che operano in “Casa Madre Teresa”, che hanno sempre svolto con generosità e competenza il loro lavoro accanto alle persone più fragili.”