La fase 2 e la rabbia dell’Atl del Cuneese, Bernardi: “Così si uccide il turismo”

Il presidente dell'Azienda Turistica Locale molto critico con le decisioni governative e con la scelta della Regione Piemonte di impedire il take away: "Era una piccola speranza per tante attività"

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mauro bernardi

“C’è tanta amarezza, alcune decisioni non le comprendiamo, così si uccide il settore turistico”. Parole dure quelle pronunciate dal presidente dell’Atl del Cuneese Mauro Bernardi nel commentare le decisioni governative per la fase 2, che non prevedono ancora la ripartenza del turismo e del commercio. “Per il nostro settore la fase 2 è nuovamente drammatica – spiega Bernardi -. Speravamo di poter ripartire a maggio, invece fino a giugno non se ne parla. C’è tanta incertezza, non sappiamo ancora come potremo ripartire, con quali regole. Le previsioni peggiori che potevamo fare purtroppo si stanno avverando”.

Bernardi vede diverse incongruenze nelle decisioni prese dal Governo: “Si apriranno i musei e le mostre il 18 maggio, ma altre attività no. Con la possibilità di fare visita ai parenti, la gente farà cene in famiglia senza possibilità di essere controllata, però non si lasciano lavorare i ristoranti. La possibilità dal 4 maggio del take away poteva rappresentare una piccola speranza per tante attività, ma la Regione Piemonte ha deciso di non consentirlo. Con queste decisioni si continua a dare contro al nostro settore, che al momento è fermo. Quando potrà ripartire il turismo? Bisogna essere realisti, forse si potrà rimettere in moto nel prossimo inverno, neve permettendo. Se in estate ci lasceranno muovere, le nostre vallate potranno essere affollate, ma si tratterà soprattutto di gente che andrà nelle seconde case, con pochi vantaggi per il turismo”.

Mauro Bernardi parla anche da imprenditore: è infatti tra i titolari del Bar Corso di Cuneo, che da qualche settimana effettua consegne a casa: “Il fatturato è calato dell’85-90%, le consegne a domicilio ci consentono appena di pagare le spese fisse, che nessuno ci ha tolto. Abbiamo 20 dipendenti, che al momento sono in cassa integrazione. Sarà difficile la ripartenza. Ci auguriamo che gli aiuti arrivino, perché finora non abbiamo visto nulla a parte la cassa integrazione”.