Limone, la Fondazione Casa di Riposo Santo Spirito scrive a Mattarella, Governo e Regione: “Ci siamo sentiti orfani”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera rivolta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio Conte, al Ministro della Salute Speranza, al Governatore Cirio e all'Assessore Icardi

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Egregi,
in qualità di Presidente della Fondazione Casa di Riposo Santo Spirito di Limone Piemonte mi permetto di scrivere alcune considerazioni in merito a quanto è accaduto in questi mesi di emergenza pandemica da Covid-19 nelle Case di Riposo anche in considerazione del fatto che si è sentito dire di tutto al riguardo e siamo diventati i parafulmini di questa situazione.

Tengo a precisare che, pur sapendo quali sforzi siano stati fatti dalle Istituzioni regionali e nazionali a qualsiasi titolo, noi Case di Riposo abbiamo cercato di destreggiarci in questo dedalo di decreti, norme e circolari volte alla tutela dei nostri ospiti, vero patrimonio storico dell’Italia, la nostra memoria, la nostra storia, coloro che hanno fatto l’Italia e ai quali dobbiamo tantissimo. 
 
Con rammarico va però sottolineato che in tutta questa pandemia ci siamo sentiti orfani: le Istituzioni hanno lasciato strutture e cooperative a combattere e a sopportare i maggiori costi dovuti alla riorganizzazione sanitaria richiesta senza fornire supporti economici né tanto meno garantendo la dotazione necessaria per affrontare tutto ciò.
 
Tanto lavoro, tanto timore, tanto dispendio di energie ma ora, tirando le fila, va denunciata la preoccupazione per l’inevitabile collasso al quale stiamo arrivando in quanto non è più possibile sostenere costi così alti per procurare i famosi DPI introvabili e/o se reperibili a prezzi quadruplicati, come pure i disinfettanti, costi per le attività di sanificazione senza considerare che l’attuazione dei protocolli imposti ha comportato la riorganizzazione dei turni di lavoro del personale con un inevitabile incremento di ore dedicate a tempi di vestizione per isolamenti precauzionali, maggiore sorveglianza per garantire più monitoraggio e produrre documentazione su documentazione giornalmente richiesta.
 
Altra nota dolente è il personale: la nostra è una piccola realtà montana che già in un contesto di normalità ha difficoltà a reperire personale. Questa situazione ha fatto sì che la “Struttura Pubblica” abbia incrementato le chiamate sul territorio svuotando le strutture di OSS e Infermieri, questi ultimi ormai merce rara nella nostra provincia e non solo, da tempo inenarrabile.
 
Fortunatamente in questo frangente è “stato concesso” di usufruire anche di personale non qualificato in supporto al personale OSS al quale dovremo dire alla fine di tutto questo “vi ringraziamo tanto ma visto che non avete la qualifica non ci servite più”, solo per la mancanza di volontà negli anni e nonostante i numerosi appelli fatti, di attivare corsi per personale occupato ma ricorrendo sempre solo ad una metodologia di selezione e di numeri che non risponde alle esigenze delle Case di Riposo.
 
Strutture montane come la nostra e non solo, sopravvivono anche grazie all’apporto di volontari che in modo organizzato garantiscono supporto fattivo svolgendo servizi essenziali come lavaggio piatti, lavanderia ecc…, tutte attività che, data la chiusura della Casa, sono ricadute su operatori con aggravio di costi.
 
In ultimo, ma non per grado di importanza, il fermo inevitabile del Paese ha messo in ginocchio molte famiglie: non è un mistero che le attuali pensioni non permettono agli ospiti di far fronte da soli all’intera retta pertanto vengono chiamati in causa i familiari che contribuiscono per quanto possibile ma che, non lavorando, hanno comunicato di trovarsi nella condizione al momento di non poter pagare.
 
Da inizio marzo 2020 e in ragione anche di quanto disposto dal recente ISS N. 4/2020 rev. Del 17 c.m., le Strutture non sono neanche nella possibilità di riempire eventuali posti vuoti perché non possono essere fornite garanzie di salvaguardia.
 
Tutto ciò premesso voglio quindi domandare a Voi, Rappresentanti delle Istituzioni dello Stato, di non abbandonarci ma di sostenerci anche a livello economico.
Le Case di Riposo sono tra le poche aziende operanti e che dal fermo totale hanno lavorato h. 24.00 senza chiedere, senza dire, per le quali, a conti fatti, ad oggi non è stato previsto alcun tipo di aiuto a sostegno.
 
Non siamo ospedali, ma abbiamo dovuto comunque combattere da subito in prima linea ed invece di ricevere supporto, leggiamo e sentiamo tutti i giorni solo servizi che stigmatizzano le nostre realtà: francamente, e parlo a nome di tutti quelli che lavorano con me, non è piacevole perché siamo stati chiamati a rispondere a quest’emergenza anche noi. Tutti i giorni i nostri infermieri, medici, OSS, ausiliari, addetti alle pulizie e cucina, lavorano alacremente con l’obbiettivo che l’Italia ha condiviso dall’inizio: ANDRA’ TUTTO BENE.
 
Il mio vuol essere uno sfogo ed un appello di aiuto fattivo, non solo come Presidente di Struttura alle prime armi perché ricopro questa carica da inizio anno, ma come giovane trentenne che punta ancora a credere che, se si vuole, anche in Italia può esserci un cambiamento.

Vogliate gradire, Egregi, i sensi della mia più alta considerazione.
 
Viva l’Italia.
 Limone Piemonte, 27 aprile 2020.

Il Presidente 
Dott. Davide Bosi