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Nasce la pagina Facebook “Salviamo l’Ospedale di Bra”

"Diversi ci hanno chiesto chi siamo. Semplice. Un discreto numero di cittadini di ogni estrazione e mestiere che, attraverso contatti interpersonali, hanno deciso, visto che la situazione si fa drammatica, di assumere un'iniziativa forte ed estrema per tutelare il diritto fondamentale alla salute dei cittadini e salvaguardare il nosocomio braidese"

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“Salviamo l’Ospedale di Bra”.

Questo è il nome della neonata pagina Facebook, online da lunedì 27 aprile in mattinata, creata su iniziativa di un gruppo di cittadini braidesi, per “salvare” il nosocomio “Santo Spirito”.

Noi cittadini residenti o domiciliati nel territorio dell’ASL CN2, precisando come l’iniziativa prescinde integralmente da ogni tipo di connotazione ovvero di appartenenza politica, essendo unicamente animati dall’intento di dare piena ed integrale attuazione del diritto alla salute pubblica, costituzionalmente consacrato dall’art. 32 della Costituzione, premettiamo i seguenti punti:

che il 20 marzo scorso nel corso del periodo dell’epidemia Covid-19 con provvedimento urgente attuato ad ore, è stata disposta la chiusura immediata delle attività del Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Bra con precedente e coevo smantellamento della pressochè totalità dei reparti del medesimo nosocomio;

che tale provvedimento, ispirato da motivazioni oggettivamente discutibili, ha visto le stesse venir meno in relazione alla situazione circostanziale creatasi, risultando in contrario di granitica fondatezza la necessità dell’immediata revoca e del ripristino dell’integrità delle attività dell’Ospedale, potendone derivare nel caso contrario un grave pregiudizio per la salute pubblica;

l’attività del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bra e lo stesso nosocomio hanno un bacino di utenza, comprensivo del Comune di Bra e degli altri comuni limitrofi o vicini pari a circa 57.500 abitanti, con accesso al punto di soccorso di emergenza stimato per difetto in ben 18.000 accessi annui. Ben si comprende il disagio di tutti i cittadini nel dover trovare assistenza e cura presso le strutture radicate presso l’Ospedale di Alba e in quello appartenente all’ASL CN1 di Savigliano, ormai da ben oltre un mese. Tali presidi sanitari hanno in breve infatti raggiunto la saturazione, con tempistiche di disimpegno non compatibili con l’effettività della tutela della salute pubblica;

un’osservazione si impone. Non deve certo fuorviare il minor afflusso degli abitanti gravitanti nell’area del territorio servito dall’Ospedale braidese. Infatti, al generico rischio di contrarre le infezioni ospedaliere s’è aggiunto quello ancor più grave, temibile e specifico di esser infettati dal virus dilagante. Ciò ha indotto la popolazione a rivolgersi ai medici di base, già di loro oberati ovvero a praticare le terapie del fai da te. I risultati pregiudizievoli non hanno tardato a verificarsi, come ben possono testimoniare gli operatori sanitari. Con il concreto rischio di aumentare il bilancio in termini di decessi ed appunto pregiudizi alla salute già cosi pesanti;

la ventilata soluzione di allestire a breve strutture emergenziali e ordinarie presso il non ancora inaugurato Ospedale di Verduno è del tutto illusoria. A parte il non ancora avvenuto completamento dell’apparato infrastrutturale, attualmente tale struttura ospita degenti in stato di convalescenza dopo esser stati vittime del Coronavirus. Dopo lo svuotamento, sarà necessario provvedere alle operazioni di disinfezione e sterilizzazione e solo successivamente all’allestimento dei reparti. Si tratterà di molti mesi, tempistica assolutamente incompatibile con la tutela della pubblica salute dei cittadini braidesi e dell’hinterland.

Chiediamo, pertanto, in relazione a quanto esposto, l’emissione dell’indifferibile provvedimento di riapertura del reparto di Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Bra ed anche degli altri reparti prima presenti, nell’attesa di eventuali prossime future ed allo stato ancora ipotetiche diverse sistemazioni. Confidiamo che in questo terribile momento prevalga la linea della logica e del buonsenso ed in tal senso attendiamo fiduciosi.
Significhiamo peraltro che, nella denegata ipotesi di non accoglimento non esiteremo ad assumere ogni iniziativa in sede politica, istituzionale e giudiziaria, nessuna esclusa. Il tutto a strenua tutela costituzionale del diritto alla salute al quale è stata data premessa.
Precisiamo, il presente appello non è suscettibile attualmente di materiale sottoscrizione da parte di tutti visto l’imperversare del contagio. Pertanto, l’unica soluzione è quella adottata di pubblicazione sulla pagina Facebook, ritenendosi l’apposizione di ogni mi piace e di approvazione anche su profili condivisi, quale ferma adesione“, recita il lungo post, pubblicato ieri mattina, dai promotori della pagina. Il post, nel cappello introduttivo, chiama in causa il governatore del Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il direttore generale ASL CN2 Massimo Veglio, il sindaco di Bra Gianni Fogliato, con invito all’inoltro ai colleghi del territorio, al prefetto di Cuneo Giovanni Russo.

Diversi ci hanno chiesto chi siamo. Semplice. Un discreto numero di cittadini di ogni estrazione e mestiere che, attraverso contatti interpersonali, hanno deciso, visto che la situazione si fa drammatica, di assumere un’iniziativa forte ed estrema per tutelare il diritto fondamentale alla salute dei cittadini. Quali portavoce sono stati indicati il sottoscritto avv. Marco Lamberti, l’ex direttore responsabile della Rivista Idea Claudio Puppione e l’avv. Roberto Giobergia, responsabile legale della Coldiretti. Quindi che dire? Avanti tutta e, soprattutto, tutti assieme!“, chiariscono gli ideatori del “progetto” braidese.