Covid-19, il direttore dell’ACA: “Danno economico mastodontico e aiuti insufficienti”

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Fabrizio Pace alba
Fabrizio Pace

Il governo ha scelto la via della cautela. Dal 4 maggio si vedrà una timida ripartenza di attività produttive e commerciali e un progressivo allentamento delle misure restrittive. Un calendario specifico detterà le tappe di una “nuova normalità”, nell’attesa che l’indice R0 raggiunga un livello prossimo allo zero.

Da più parti, però, la decisione è stata contestata. In particolare i gestori di bar, ristoranti e negozi hanno chiesto una riapertura più rapida, lamentando danni gravissimi.

Per conoscere lo stato del tessuto imprenditoriale albese, abbiamo intervistato Fabrizio Pace, direttore dell’Associazione Commercianti Albesi.

Direttore Pace, è possibile fare una stima delle perdite che hanno subito imprenditori e commercianti?                                                                                      “Il danno economico causato dal Covid è mastodontico. Al momento non è possibile quantificare le perdite perché sono talmente grandi e generalizzate che non riusciamo nemmeno immaginare. Non abbiamo ancora una stima disponibile, ma la faremo al più presto. Cercheremo di conoscere la riduzione di fatturato che le aziende sul territorio hanno subito in questo periodo per dare dei numeri reali.”

Gli aiuti stanziati dal governo sono stati sufficienti per affrontare questa crisi?     “Gli aiuti sono stati inconsistenti. Molti lavoratori autonomi non hanno ricevuto dall’INPS il bonus di 600 euro e i finanziamenti fino a 25 mila euro promessi dal Decreto Liquidità non sono stati ancora erogati nonostante le banche si siano attivate per tempo. La procedura burocratica per ricevere un finanziamento è stata sicuramente semplificata rispetto a prima, ma è comunque troppo lunga per le necessità del momento. Speriamo che con il “Decreto Aprile” vengano stanziati soldi a fondo perduto, perché le aziende non possono solo indebitarsi.”

Mentre a livello comunale?                                                                                         La ACA ha stipulato un accordo con Banca d’Alba e l’amministrazione comunale  per garantire la possibilità di un finanziamento fino a 60 mila euro a tasso zero per i primi 24 mesi e poi allo 0,90% dai successivi, con un tasso quindi molto inferiore rispetto a quello proposto dallo Stato. Nei prossimi giorni incontreremo il sindaco di Alba e gli amministratori dei comuni limitrofi per valutare quali aiuti possono dare a imprese e lavoratori anche in previsione delle scadenze delle imposte comunali.”

Qualche imprenditore non riuscirà a ripartire?                                                “Temevamo che tante aziende avrebbero manifestato la loro impossibilità a ripartire, ma così non è stato, il tessuto imprenditoriale è sufficientemente sano. Alle attività maggiormente in difficoltà potrebbe venire in aiuto una disposizione regionale che dovrebbe uscire la prossima settimana. Si tratta di un fondo dedicato alle piccole imprese non bancabili, impossibilitate a ricevere finanziamenti fino a 25 mila euro perché considerate inadempienti.”

Come hanno reagito i titolari di bar, ristoranti, centri estetici e parrucchieri costretti ad aprire il 1 giugno?                                                                                   “Loro sono infuriati perché è ormai da troppo tempo che sono chiusi e hanno necessità di incassare. Bisogna oltretutto considerare che molte attività sono a conduzione familiare, per cui a molte famiglie è venuto a mancare completamente un sostegno economico. Abbiamo avanzato diverse richieste varie allo Stato e alla Regione per riaprire in sicurezza in tempi più rapidi. La salute deve essere salvaguardata ma se tutti lo facciamo in sicurezza perché non aprire subito anche un bar o un ristorante mantenendo le dovute distanze?”