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Il ruolo delle fondazioni sanitarie e bancarie

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Con Giuseppe Tardivo, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione azienda ospedaliera “Santa Croce e Carle” di Cuneo, abbiamo analizzato anche quello che potrà essere il ruolo delle fondazioni legate alle realtà sanitarie del territorio. Per il professor Tardivo tali enti dovranno sempre più spesso essere «impegnati a riaffermare l’idea di un ospedale inteso come bene comune al servizio di collettività e territorio che deve essere un luogo in cui si erogano prestazioni sanitarie di livello ma anche un luogo in cui i valori più profondi della comunità, come solidarietà e attenzione ai malati, trovano risposta concreta».

Su queste basi la Fondazione che sostiene il “Santa Croce” è stata particolarmente attiva durante l’emergenza Covid «con un’azione costante e capillare che, grazie anche all’intelligente e incisivo lavoro svolto, con elevata professionalità e spirito di servizio a titolo completamente gratuito, dal marketing manager Carlo Borsalino, ha trovato la massima espressione nelle significative donazioni di privati, enti, associazioni, imprese, a cui vanno la nostra riconoscenza e il più vivo ringraziamento», afferma Tardivo. Al momento sono stati raccolti oltre 600 mila euro. Con queste donazioni sono già state ordinate apparecchiature per circa 200 mila euro. Sono inoltre in corso di ordinazione, sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato scientifico, ulteriori acquisti per un valore di circa 100 mila euro (camici, guanti, mascherine, monitor per parametri vitali, ecc.) necessari e utili all’ospedale di Cuneo.

Per allontanare l’emergenza saranno fondamentali anche le fondazioni bancarie. Ha dichiarato Tardivo, in qualità di membro del Consiglio di indirizzo della Fondazione Crt: «Le azioni delle fondazioni bancarie sul territorio dovranno sempre più configurarsi come un insieme di strategie volte a fornire forza propulsiva alla crescita del sistema produttivo e alla stabilità della struttura sociale locale. L’autonomia e la flessibilità con cui possono operare consentono loro di svolgere un ruolo prezioso e credibile di attivatori di nuove modalità di intervento con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un nuovo “welfare” per la comunità».