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Protesta degli operatori delle Aziende Sanitarie del Piemonte (FOTO)

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E’ stata una risposta, forte e determinata , pur nelle modalità possibili nel rispetto dalle regole di distanziamento, quella data in queste ore da centinaia di operatori, dipendenti delle aziende sanitarie della provincia di Cuneo che hanno aderito all’iniziativa dei sindacati regionali di categoria FP CGIL e UIL FPL.

Iniziativa di protesta e indignazione nei confronti della Regione Piemonte accusata di aver garantito poco e male la sicurezza del personale del servizio sanitario, lasciato operare in condizioni inaccettabili rispetto alla gravità dell’emergenza epidemiologica.

Il j’accuse delle organizzazioni sindacali si concentra su quattro punti essenziali : la carenza e il ritardo nella fornitura di dispositivi di protezione per tutto il personale operativo, l’assenza di tamponi e test sierologici per sintomatici e asintomatici, le promesse assunzioni che non ci sono state e che sarebbero quanto mai utili in questo momento, parallelamente alla mancanza di risorse economiche aggiuntive per il personale tutto, provato da turni di lavoro massacranti e incessanti” così FP CGIL e UIL FPL di Cuneo.

Una risposta forte e sentita da parte degli operatori, pubblici e dei dipendenti del settore privato di Amos, tutti impegnati nell’emergenza sanitaria, che si è espressa con le modalità a cui ci stiamo abituando in tempi di pandemìa, una moltitudine di voci lontane tra di loro ma ravvicinate dall’esigenza comune e imprescindibile di lavorare in sicurezza. Centinaia le mail, i messaggi, le fotografie pervenuti questa mattina da tutti i presidi ospedalieri provinciali, arrivati alle organizzazioni sindacali. Lavoratrici e lavoratori al centro della pandemìa, la forza e la dignità di professionalità da difendere e custodire come bene primario di diritto pubblico.

Alfio Arcidiacono della FP CGIL di Cuneo ha commentato: “Gli operatori sanitari stanno sopportando rischi e sacrifici nell’interesse di tutta la collettività, negli ospedali, sul territorio, a domicilio, nel sostegno agli anziani costretti nelle Case di risposo della nostra provincia; non siamo però disponibili a subire in silenzio i ritardi, le improvvisazioni, le risposte burocratiche. Continueremo a protestare, nelle forme possibili, fino a quando i fatti non sostituiranno le parole”.