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Ubi la banca del territorio per creare valore aggiunto

Andrea Perusin alla guida di un’area strategica per il Gruppo illustra le risposte forti per contrastare le criticità legate all’emergenza Covid-19

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È arrivato a Cuneo meno di un anno fa: era il 1° luglio del 2019 quando per la prima volta ha varcato l’ingresso della sede Ubi Banca, al numero 13 di via Roma, per assumere l’incarico di direttore della Macro Area Territoriale Nord Ovest, che copre Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Dieci mesi durante i quali Andrea Perusin, 43 anni, gli ultimi 15 dei quali trascorsi nel Gruppo Ubi, è entrato in sintonia con questa terra, cogliendone in fretta l’essenza e imparando altrettanto rapidamente ad apprezzare le qualità della Granda e dei suoi abitanti.

«Ho le mie radici in un luogo simile a questo», racconta Perusin, originario di Varese, «sia per dimensioni sia per i valori che ne animano la comunità, pertanto è per me naturale confrontarmi con un tessuto socio economico con le caratteristiche che ho trovato nel Cuneese. Non mi è difficile riconoscermi nel modello di un territorio attivo, operoso e contraddistinto, in termini economici, da una spiccata vocazione imprenditoriale che si traduce nelle numerose realtà di piccola e media dimensione qui presenti, al contempo affiancate da aziende importanti».

Un compito prezioso, quello affidatogli dal consiglio d’amministrazione di uno dei principali istituti di credito italiani, con oltre 4 milioni di clienti nel Paese, ponendolo alla guida di un’area strategica per il Gruppo, come spiega lo stesso Perusin: «Quando si fa riferimento alla natura di Ubi quale Banca del territorio, significa affermarne la reale e concreta presenza al fianco delle comunità locali. In tal senso, il legame che ci unisce a Cuneo non è meramente formale, ma anzi, esprime un elemento per noi identitario. Il radicamento che ha qui Ubi Banca, oltre ad essere il frutto di una eredità storica, si manifesta in modo fattivo: perché essere una banca del territorio significa innanzitutto esserci su quell’area, presidiarla con le proprie filiali e attraverso le proprie risorse umane, per essere al fianco di famiglie, imprese, istituzioni, associazionismo, stando al centro di una rete di connessioni capace di creare valore aggiunto per tutti».
Il ruolo di Andrea Perusin assume oggi una funzione ancor più cruciale alla luce del complesso momento storico in corso, in cui l’emergenza Covid-19 e la conseguente situazione di criticità, consegnano al sistema creditizio il compito di supportare finanziariamente la tenuta dell’economia italiana. Un compito che UBI Banca ha assunto da protagonista, offrendo tempestivamente una risposta forte.

Direttore, ce la illustra?
«Iniziamo col dire che stiamo assistendo a una crisi con caratteristiche del tutto peculiari e, rispetto alle esperienze del passato, l’economia risulta come “congelata” dall’emergenza, mantenendo però intatta la propria struttura produttiva. Intere filiere risentono del lockdown come di una sorta di pausa produttiva e di offerta, con i cittadini che per le limitazioni imposte hanno necessariamente ridotto la domanda di prodotti finali. Così come per gestire il problema sanitario si è resa necessaria una risposta rigorosa, altrettanto deve avvenire sul piano economico, con una grande responsabilizzazione di tutto il sistema Paese e di ogni suo attore. Da parte sua, UBI Banca all’inizio di aprile ha varato “Rilancio Italia”, un programma che integra una pluralità di interventi urgenti per un valore totale e disponibile di 10 miliardi di euro. Un sistema di iniziative rivolto alle imprese, per assicurarne continuità operativa a fronte di possibili crisi della liquidità, ma anche a famiglie, individui ed enti del terzo settore, per sostenerne la tenuta in un momento sociale critico. Ci tengo però a ricordare anche la donazione di 5 milioni fatta dal Gruppo in favore di ospedali e centri di ricerca italiani e che, in Piemonte, ha portato 400 mila euro alla raccolta fondi istituita dalla Regione».

In particolare, quali sono le iniziative a favore delle imprese che avete messo in campo in questa delicata fase?
«Innanzitutto abbiamo concettualmente separato la fase in corso in due momenti: la gestione dell’emergenza e il rilancio vero e proprio. Ci siamo posti, per la prima fase, l’esigenza di offrire la presenza della Banca come elemento “rassicurante” per superare il momento di crisi di liquidità, ad esempio concedendo linee con cui far fronte ai propri impegni senza trasferire sulle filiere le difficoltà emergenti. Poi c’è il capitolo finanziamenti, per i quali abbiamo disposto la sospensione del rimborso, offrendo la possibilità di ottenere una moratoria sul pagamento delle rate.
Guardando invece alla ripartenza, abbiamo da subito messo a disposizione finanziamenti volti a fornire liquidità più stabile, anche utilizzando il sistema di norme contenuto nel Decreto Liquidità nel frattempo emanato. Non va inoltre dimenticato il sostegno alla digitalizzazione, non marginale in un contesto in cui il contatto personale è il problema principale, stimolando l’attivazione di Pos Gprs/mobile da remoto in tempi rapidi e a condizioni agevolate con possibilità di storno dei canoni e delle commissioni».

Quale reazione sta osservando da parte degli imprenditori e del contesto economico cuneese?
«In questo periodo, mi sto relazionando con una pluralità di imprenditori che, pur nella difficoltà, mi chiedono una consulenza nel preciso intento di mantenere i propri impegni verso dipendenti e fornitori. La frase ricorrente è: “io dipendenti e fornitori li ho sempre pagati, non voglio che questa volta sia diverso”. Un approccio apparentemente normale, ma che mi ha molto colpito e, in tutta onestà, credo esprima la dote vera della realtà che mi trovo a dirigere, nonché elemento per il quale sono convinto che una ripartenza ci sarà. Altrettanto responsabilmente, noi abbiamo messo a terra uno sforzo organizzativo importante volto a garantire risposte celeri alla clientela. Sono migliaia le moratorie fin qui gestite per le imprese nostre clienti, altrettante le richieste di finanziamento veicolate ai nostri sportelli: mi è doveroso un grazie alle persone che lavorano nelle filiali, immediatamente adattatesi al nuovo contesto pur dinanzi a una tale complessità, a cui hanno reagito con impegno massimo, consce del proprio ruolo in questo momento storico».

A livello più strettamente locale, ci sono opportunità specifiche pensate per i nostri imprenditori?
«In linea con la nostra missione, quell’essere banca del territorio a cui accennavo, ci siamo confrontati con gli interlocutori locali e oggi i nostri clienti possono attivare richieste di finanziamento con il coinvolgimento sia di AscomFidi Nord-Ovest sia di Confartigianato Fidi Cuneo, godendo di priorità e spese di istruttoria a condizioni privilegiate. Va detto che il sistema locale si è mosso con grande unità di intenti, a partire dalle associazioni di categoria dell’impresa e dalla Camera di Commercio, pronte ad assistere le filiere nella situazione».