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Da Chiusa Pesio a Londra: il racconto di Marco Tassone dalla capitale inglese in piena emergenza Covi-19

Dal 2008 vive nella capitale inglese, dove gestisce un locale nel quartiere di Bethnal Green.

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The Hive, il locale di Marco Tassone a Bethnal Green

Partita ufficialmente la “Fase 2” in Italia: da oggi, lunedì 4 maggio, riaprono, con le dovute precauzioni e restrizioni, la maggior parte delle aziende e delle industrie e sono consentiti spostamenti entro i confini regionali per incontrare i congiunti, ma come procede la situazione nel resto d’Europa?

Abbiamo contattato telefonicamente Marco Tassone, originario di Chiusa Pesio, per conoscere la situazione a Londra, dove vive dal 2008.

«Dal 2011 ho un coffee shop-wine bar, “The Hive”, nel quartiere di Bethnal Green a Londra Est. Qui la situazione è molto tranquilla, la regola principale è quella del social distancing, quindi mantenere i 2 metri dalle altre persone».

Quali sono le misure adottate dal governo in merito ad attività fisica e spazi pubblici?

«I parchi sono aperti e siamo liberi di fare attività fisica, portare i bambini fuori per una passeggiata per un’ora al giorno. I mezzi pubblici funzionano, ma non sono uscito dal quartiere quindi non ho idea di come sia nel resto della città, qua mascherine se ne vedono poche».

Quali sono le attività commerciali che sono state maggiormente toccate dal lockdown?

«A fine Marzo il governo ha chiuso tutte le attività nel settore hospitality, inclusa anche la nostra, ma il take away è permesso. Quindi parecchi business, come il mio, si sono reinventati e nel nostro caso dopo quattro settimane abbiamo deciso di riaprire facendo caffè take-away, vendendo frutta e verdura biologica e vini naturali italiani».

Avete ricevuto aiuti economici dallo stato?

«Siamo stati supportati dal governo economicamente e anche molto velocemente. I miei impiegati sono stati messi tutti in cassa integrazione, pagata dal governo (almeno fino a giugno). Tutti i business e anche i self-employed (le partite iva italiane, ndr) hanno preso sovvenzione statali, sia a dipendenti che lavoratori autonomi lo stato paga l’80% dello stipendio o il fatturato mensile medio fino a un massimo di £2500 al mese. Il problema principale al momento sono gli affitti dei negozi, ma i ristoratori si stanno organizzando per ottenere dal governo un periodo di 9 mesi di affitto gratuito, dunque fino alla fine dell’anno in corso…Vedremo cosa succederà».

Come valuti la situazione generale?

«La gente è molto tranquilla al momento perché tutti hanno ricevuto supporto economico dalla stato, non c è pressione psicologica sul social distancing, non si vede polizia in giro (molto meno del solito), non si sentono sirene (cosa molto strana), c’è molto meno traffico, l’aria è molto più respirabile, la gente è meno stressata e si percepisce un maggiore senso di comunità. Si sono creati gruppi su Whatsapp tra vicini di casa per scambi di torte, pane fatto in casa etc, non è mai successo prima… Quindi tutto sommato si vive bene, la reazione generale è stata buona». 

Quando è prevista la ripartenza?

«Per quanto riguarda la riapertura di tutte le attività si parla indicativamente di inizio autunno e la fine dell’anno».