Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Crc, è stato ospite oggi del webinar organizzato da Uncem Piemonte. Un momento di dialogo e di riflessione sul ruolo attivo che la Fondazione, da diversi anni e in particolare sotto la presidenza Genta ha rivestito a sostegno delle piccole realtà territoriali.
Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, ha commentato: “un confronto diretto con chi oggi governa un’importante fondazione di origine bancaria come la Fondazione CRC è importantissimo per capire quali sono le traiettorie e le opportunità che possiamo costruire insieme per le aree montane.” Come ha ricordato Genta, la Fondazione è da sempre impegnata a sostenere percorsi di sviluppo locale per favorire un processo di rinascita dei territori montani, troppo spesso colpiti da una generale fuga verso le città. L’obiettivo prefissato è quello di garantire un sostegno concreto a tutti quelli che risiedono stabilmente in queste comunità, offrendosi come l’interlocutore principale delle amministrazioni comunali.
“Noi non vogliamo progettare ma vogliamo co-progettare. Non sta alla fondazione sostituirsi alla progettualità degli amministratori, ma sta alle fondazioni mettere a disposizione il carburante per far partire questi progetti – ha detto Genta – “non possiamo pensare che ci siano periodi durante i quali i nostri territori di montagna, che superano il 50% della provincia, vengano relegati a essere ricordati solo quando si va a sciare o quando d’estate si va a prendere il fresco. Devono essere in qualche modo il nostro punto di riferimento, così da produrre energia e di conseguenza reddito per chi li abita e li vive quotidianamente. Non è sufficiente dire che la montagna è una risorsa, bisogna anche mantenerla e se possibile svilupparla, perché le risorse devono essere valorizzate“.
In questa prospettiva si inseriscono le numerose iniziative intraprese dalla Fondazione, da Cuneo Provincia Smart alla progressiva conversione verso una politica green economy delle aree montane. Iniziative che hanno permesso di rimediare, in parte, all’arretratezza digitale di questi territori, con importanti vantaggi in campo sociale ed economico.
“Cooperazione” è stata la parola chiave dell’incontro. L’unione di interessi di natura economica e relazioni sociali, in un ottica di crescita territoriale, può risultare la risposta adeguata alle difficoltà che le comunità lontane dalla realtà metropolitana si trovano dinnanzi. Così, almeno, il pensiero di Genta: “soltanto la contaminazione delle nostre idee porterà a vantaggi comuni. Se ciascuno le tiene strette nel proprio ufficio, probabilmente, saremo in qualche modo destinati a scomparire“