«Da 110 anni riferimento per i braidesi»

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Anna Vitton Corio è la titolare del noto Cinema Vittoria Multisala di via Cavour, a Bra, il cinema più antico della città, che quest’anno spegne 110 candeline. Dopo il servizio, pubblicato sullo scorso numero di IDEA, che presentava i “cugini” dell’Impero, abbiamo chiacchierato con i responsabili del “Vittoria”. In particolare, abbiamo dialogato con Anna Vitton Corio, «torinese di nascita ma braidese da sempre», precisa la protagonista dell’intervista.

Anna Vitton Corio, che 110 anni sono stati?
«Era l’autunno del 1910 quando partirono i lavori per la costruzione di quello che allora era chiamato Cinema Teatro Boglione. Nei primi mesi del 1960, la famiglia Boglione cedette la proprietà del cinema ai coniugi Giacomo e Lucia Vitton Corio. Nel 1968, su progetto del torinese Amos Donisotti, vennero ristrutturati tutti i locali. Il cinema, dotato di platea e di galleria, fu ribattezzato “Vittoria” e riaprì i battenti nel dicembre 1968, con la proiezione del film “Mayerling”. Il 2 ottobre 1999, in seguito alla ristrutturazione della sala unica, il cinema raddoppiò l’offerta con due nuove sale denominate “Millenium” e “Metropolis”. Un’altra data significativa è il 18 agosto 2016: il Cinema Vittoria Multisala raddoppia ancora e inaugura ulteriori due sale, per arrivare alle quattro tuttora a disposizione».

A oltre un secolo di distanza, cosa rappresenta il suo cinema per la città di Bra?
«Spero che rappresenti un punto di riferimento. Non solo di svago, divertimento, aggregazione, ma anche di cultura. Negli anni, è diventato un punto d’incontro grazie a tante iniziative. Ricordo con affetto le edizioni di “Corto in Bra” e, in particolare, quella del 2011, quando un timidissimo Paolo Sorrentino varcò la soglia del mio cinema per presentare il film “L’uomo in più”. Porto sempre nel cuore anche la visita del regista e sceneggiatore premio Oscar Paul Haggis e dello scrittore Alessandro Baricco, oltre alla serata con il regista braidese Francesco Amato il suo ultimo film “18 regali”, ispirato alla storia di Elisa Girotto, la mamma che ha lasciato alla figlia di un anno un regalo per ogni suo compleanno, fino ai 18 anni».

Il “Vittoria” ha un legame speciale con le scuole, vero?
«Ho un passato da insegnante e il cinema ha significato una prosecuzione di quello che era il mio lavoro. Alla luce di ciò ho sviluppato uno stretto rapporto con le scuole. Ringrazio gli insegnanti con cui abbiamo ideato il premio “David Giovani”, una tra le rassegne più importanti in Piemonte. Pensando alle scuole, mi tornano in mente le “giornate al cinema”, le assemblee, i tanti momenti informativi, l’emozionante proiezione del film “La mia seconda volta” in presenza della sua protagonista, la giovane milanese Giorgia Benusiglio, miracolosamente salvata nel 1999 grazie a un trapianto di fegato, dopo aver assunto una piccola quantità di ecstasy».

Che “Vittoria” sarà dopo l’emergenza coronavirus?
«Purtroppo, non si vede ancora la luce in fondo al tunnel. Ci stanno ripetendo che gli ultimi a riaprire saranno cinema e teatri. Il virus si è abbattuto pesantemente anche sul nostro comparto, spegnendo le luci delle sale ma, anche, bloccando i set e posticipando le uscite dei film. In questo momento ci sono pochissime certezze. La situazione è molto difficile».

A cosa aggrapparsi, quindi?
«Un imprenditore deve essere ottimista. Sono convinta del fatto che le persone torneranno al cinema, riscoprendo il gusto dell’intrattenimento, di vivere un’atmosfera unica. Al di là delle mura domestiche, il cinema rimane sempre la più popolare e conveniente forma di intrattenimento disponibile. Al pubblico tonerà la voglia di cinema. Ovviamente, a patto che venga tutelata la sicurezza. Sarà la nostra priorità: riapriremo quando saremo in grado di garantire piena sicurezza; credo, comunque, non prima dell’autunno. In parallelo, serviranno pellicole di qualità dopo settimane in cui gli spettatori hanno usufruito di video dal linguaggio differente rispetto a quello del cinema».