Oscar Farinetti è anche autore. alcuni dei suoi libri hanno riscosso un successo internazionale, come “storie di coraggio” (Mondadori, 2013) in cui racconta dodici grandi famiglie del vino, che ha venduto negli stati uniti ancor più che in Italia ed è stato stampato in molti paesi, persino in Corea.
In altri testi, come “mangia con il pane” (Mondadori, 2015), ha raccontato la resistenza del padre paolo, comandante della xxi brigata Matteotti “fratelli Ambrogio”. a inizio maggio 2020 pubblicherà invece con slow food editore “serendipity”, storia di cinquanta grandi specialità alimentari nate per errore, tra cui l’insalata russa e gli agnolotti al plin.
Ricordando che durante l’isolamento per sfuggire alla peste shakespeare scrisse “re Lear” e newton scoprì la gravità, farinetti cerca di approfittare di queste inusuali giornate a casa per continuare a riflettere e a scrivere. «Faccio in piccolo quello che hanno fatto in grande quei due mostri sacri, che durante un’epidemia si sono inventati meraviglie di cui godiamo ancora adesso», spiega Farinetti, che in questi giorni oltre alle occasionali chiacchierate con l’anziana madre (che si dichiara una fedele lettrice di idea), e le conferenze a distanza con i suoi collaboratori in asia e negli stati uniti (dove per Eataly le perdite sono ancora più ingenti che in Italia), sta dedicando molto tempo alla stesura di un nuovo libro.
«In un certo senso lo si può considerare la continuazione di “il mercante di utopie” (la ricostruzione della sua biografia ad opera di anna sartorio, edito da sperling & Kupfer nel 2008, ndr)», conclude il patron di Eataly, «però stavolta a parlare non sono io, ma una scimmietta che mi sta sulla spalla e ne sa mille volte più di me. vi anticipo il titolo: “never quiet”. Facile intuire di cosa, e soprattutto di chi, racconterà.