«I nuovi modi per vivere il Piemonte»

L’assessore regionale Vittoria Poggio illustra la fase 2 di turismo e commercio

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Aiuti ai commercianti, prospettive turistiche, progetti per il rilancio culturale: sono i temi centrali trat­tati nel lungo colloquio che abbiamo avuto con l’assessore regionale a commercio, turismo e cultura Vittoria Poggio.
Assessore Poggio, come sta affrontando l’emergenza?
«La pandemia ha mutato la vita di tutti: da un lato sono attenta a rispettare i protocolli di sicurezza, dall’altra lavoro con colleghi e dirigenti per cercare di dare risposte veloci e concrete ai comparti che rappresento».
In questo periodo non ha rimpianto il fatto di aver accettato la sfida regionale?
«Il commercio è stato costretto a un lungo stop e per ora non ha ancora ricevuto dallo Stato aiuti concreti e proporzionati alle perdite. Il turismo è stato profondamente segnato sia dalla contingenza sia per l’imminente stagione estiva che si potrà basare quasi di solo turismo di prossimità o, comunque, regionale. La cultura è stata uno dei primi comparti a chiudere e in alcune sue forme potrebbe essere uno degli ultimi a riaprire. Credo comunque molto nel lavoro della Giunta e cercherò di portare a termine al meglio il mio mandato».
Suo zio fondò la prima società di mutuo soccorso per commercianti dell’Alessandrino. Oggi in che modo il suo Assessorato intende supportare il comparto del commercio?
«Dopo numerosi incontri, sto lavorando a misure che rispondano alle esigenze di ciascuno. Abbiamo annunciato il “bonus Piemonte” che pre­vede un contributo a quelle attività che non ria­priranno subito e che subiranno pesanti penalizzazioni per riuscire a mettere al primo posto la salute di dipendenti e clienti. Per il commercio ambulante abbiamo attivato il “bonus mercati”. Stiamo inoltre lavorando per l’istituzione di un “fondo bonus” da destinare agli altri settori in modo che nessuno venga lasciato solo».
Anche il settore turistico è in pesante affanno. Saranno marketing e comunicazione la chiave per favorire la ripresa?
«Dovrà essere promossa a livello nazionale una campagna di comunicazione integrata per il rilancio dell’immagine turistico-culturale dell’Italia. Come Regione stiamo lavorando con Enit, che da poco ha ricevuto l’incarico anche dal MiBact, alla campagna di rilancio del brand Piemonte, con la collaborazione di VisitPiemonte, la nostra società “in house”. Questo da solo però non basta».
Su cosa puntare, quindi?
«Abbiamo definito “estate in Piemonte”, una misura rivolta al mondo della ricettività che vuole incentivare il turismo di prossimità per il periodo estivo andando a contribuire economicamente sul pernottamento dei turisti. La Regione contribuirà pagando alle strutture una notte aggiuntiva oltre a quelle già prenotate dal cliente per incentivare i soggiorni. Questa misura vuole essere autonoma ma anche di sostegno al “bonus vacanze” che il Governo sta definendo. Altro sostegno importante deriva dal “fondo turismo”, un fondo in conto capitale che eroga liquidità alle imprese che necessitano di adeguare i propri stabili alle normative igenico-sanitarie entrate di recente in vigore».
Quali scenari dobbiamo immaginare in questo ambito?
«Lo scenario sarà sicuramente diverso. Penso che i visitatori saranno per lo più i nostri vicini di regione, oltre che, ovviamente, i piemontesi. Il nostro territorio offre attrattività molto diverse tra loro e questo è il nostro punto di forza. Il cicloturismo o, comunque, il turismo “outdoor” saranno quelli più apprezzati, perché mostrano uno dei tratti migliori del Piemonte e sono in linea con le norme sul distanzia­mento sociale. L’eno­­­­gastronomia andrà per la mag­­giore, ma occorrerà trovare risposte di “nicchia”, distanti dalle masse».
Quanto vale il turismo?
«Il settore turistico piemontese vale circa il 7,4% del Pil piemontese e, nel 2018, ha superato i 15 milioni di presenze e oltre 5 milioni di arrivi, grazie anche all’andamento positivo dei mercati esteri, motivo per il quale il Piemonte è stato insignito del riconoscimento di Lonely Planet come prima regione da visitare all’interno della classifica “Best in travel”. Stiamo assistendo in questi ultimi giorni a un confronto serrato tra Governo e Regioni per un’eventuale accelerazione della fase 2 che permetta la riapertura di tutte le attività ancora penalizzate dalla tabella di marcia finora stabilita. Fin da subito la Regione Piemonte ha costituito un tavolo tecnico permanente con gli operatori del settore e ha elaborato una serie di misure contributive a fondo perduto per sostenere il comparto turistico».
Guardando all’Albese, che Fiera del tartufo sarà?
«Si tratta di una manifestazione importantissima per la nostra regione; un evento che, in questo preciso caso, ha la fortuna di essere realizzato tanto “indoor” quanto “outdoor”. In attesa delle linee guida ufficiali del Governo, che ancora non sono state stabilite o comunque comunicate, è evidente che dovremo imma­­ginare una Fiera diffusa sul territorio, che privilegi il distanziamento tra le persone in ogni “location” utilizzata per la manifestazione».
Sempre restando nell’Albese, è centrale il ruolo dell’enogastronomia. Come immagina sarà mangiare in un’osteria oppure visitare una cantina tra le colline Unesco dopo il Covid-19?
«Occorreranno buon senso e soprattutto responsabilità, sia da parte degli esercenti sia da parte dei clienti: solo in questo modo sarà possibile ripartire e soddisfare i nostri bisogni sociali ed economici. Credo anche che sia un bene lasciare un margine di autonomia e autogestione ai singoli imprenditori, in relazione alle molte differenze afferenti le varie imprese».
Occorre far ripartire velocemente anche musei, eventi culturali e iniziative artistiche. Su questo fronte come state lavorando?
«Ho molto apprezzato l’uso della tecnologia in questo comparto, come avverrà, per fare un esempio, al Salone internazionale del libro di Torino. Se per i musei i problemi risultano meno preoccupanti, per gli eventi artistici o i concerti il discorso è più complesso. È necessario, a questo proposito, studiare aiuti e speciali modalità di fruizione di tali spettacoli. Per fortuna, l’imminente stagione estiva ci permette di sperimentare formule come il “drive in”, per quanto riguarda il cinema, o l’organizzazione di eventi culturali e spettacolari in spaziose aree verdi».