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Impegno massimo per la prossima Fiera del tartufo

La presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena lavora a un’edizione a prova di coronavirus

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L’attesa per tornare a vivere i “luoghi del cuore” custoditi tra i borghi e le colline di Langhe, Roero e Monferrato è grande. Mancano i colori, i sapori, gli incontri, le atmosfere. Manca tutto, insomma. La fase 2 dell’emergenza sanitaria ha aperto i primi spiragli e all’orizzonte affiorano, come miraggi, le “immagini” delle esperienze passate. Tra queste hanno un sapore speciale quelle legate alle scorse edizioni della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba. Un appuntamentamento atteso come non mai: potersi fare ab­bracciare da questo grande evento mondiale significherebbe, oltre a essere tornati alla normalià, potersi immergere in una delle manifestazioni enogastronomiche più apprezzate a livello internazionale. Nonostante queste speranze e nonostante le prospettive siano più incoraggianti rispetto ad alcune settimane fa, le incognite restano tante. Ne abbiamo parlato con la presidente dell’Ente Fiera internazionale del ta­rtufo bianco d’Alba, Liliana Allena, che segue attentamente l’evolversi della situazione in­sieme al diret­tore Stefano Mosca e ai collaboratori.
Presidente Allena, possiamo far partire il conto alla rovescia per la prossima edizione della Fiera del tartufo bianco d’Alba?
«È ancora presto per dare una risposta definitiva. Di certo noi ce la stiamo mettendo tutta per poter organizzare la Fiera. Prima di tutto, però, occorre capire con quali regole l’evento dovrà confrontarsi. Senza le indicazioni circa le restrizioni anti contagio che dovranno essere applicate è difficile fare previsioni precise. Sicuramente dovrà essere garantito il distanziamento sociale e, dunque, va capito se e come potranno essere organizzati gli eventi che prevedono assembramenti di persone. In questo senso, navighiamo “a vista”, in attesa che il Governo emani le direttive del caso».
Al di là di queste incertezze, quale sarà il tema portante?
«Ora più che mai non bisogna perdere di vista quello che è l’indiscusso protagonista della Fiera, ovvero il tartufo, con il suo Mercato di qualità, attorno a cui dovranno svilupparsi tutte le altre iniziative collaterali. Tra queste, siamo intenzionati a riproporre gli appuntamenti di “Alba truffle show”. Non è possibile pronunciarsi sul resto, a partire dalla durata dell’evento, inizialmente previsto su nove settimane».
L’Ente Fiera si è fermato?
«Alla luce delle restrizioni normative anti contagio, l’Ente Fiera ha fermato l’operatività ma ha comunque continuato a sviluppare nuovi ragionamenti, idee e format da attuare nella prossima edizione».
In questo preciso momento, cosa sogna per la Fiera?
«Spero che si possa svolgere e che, nonostante tutte le limitazioni del caso, possa suscitare un grande interesse. Le nostre colline saranno in grado di offrire ai turisti che verranno a visitarci sicurezza, grandi spazi verdi all’aperto, strutture ricettive e ristoranti di livello. Qui potranno vivere un’esperienza unica, resa indimenticabile dalla nostra gastronomia e dai nostri grandi vini».
Mi pare di percepire ottimismo dalle sue parole…
«Nonostante la crisi sanitaria stia causando gravi conseguenze economiche, abbiamo la fortuna di vivere in un territorio abitato da persone e imprenditori che hanno il desiderio e le capacità per ripartire, ancora più forti di prima. Insieme al sindaco Carlo Bo e all’Ammi­nistra­zione da lui guidata e a tutti i protago­nisti del settore turistico, abbiamo la responsabilità di rimodulare, introducendo nuovi format, una manifestazione ormai più che consolidata. Sarà sicuramente una Fiera “ridotta” che si porrà l’obiettivo di preservare la propria immagine, cercando di trasefrire le ricadute positive a tutto il comparto turistico e commerciale del territorio».
Quale tipologia di pubblico vi aspettate possa partecipare alla prossima edizione?
«Se non potranno essere alleggerite le misure restrittive, è quasi impos­sibile che il pubblico interna­­zionale abbia la possibilità di raggiungerci. Lavo­re­remo sulla promo­zione a livello nazio­nale e sul turismo di prossimità. Speriamo che possano aprirsi, almeno a settembre, le frontiere del turismo europeo, cosa che ci consentirebbe di ospitare visitatori provenienti da paesi quali Francia, Svizzera e Germania. In ogni caso, stiamo studiando iniziative per arrivare nelle case dei visitatori stranieri e portare loro, in maniera virtuale, i nostri tartufi, i nostri vini, le nostre nocciole e, in generale, il nostro territorio, in attesa di poterli coccolare qui, sulle nostre colline, il prossimo anno».