La Villanova Mondovì dei commercianti resiste e stringe i denti per affrontare al meglio questa fase due.
Il Covid-19 ha destabilizzato gli equilibri a cui eravamo abituati, sono stati annullati eventi, celebrazioni e tutto ciò che è legato all’ambito della sfera sociale.
Iniziate le riaperture, i piccoli commercianti si sono trovati a fare i conti con un mondo che è cambiato.
Nei comuni come Villanova Mondovì, dove solo dieci anni fa, era possibile trovare ancora la latteria, la bottega del pittore, il video noleggio, più fioraie e il corniciaio, da tempo sono rimasti in pochi a portare avanti le proprie attività con passione, facendo fronte alla competizione di internet e dei grandi centri commerciali, tra questi c’è lo studio fotografico di Guido Peirone, nella centrale via Lorenzo Eula.
Siamo andati da lui per conoscere come i commercianti villanovesi stanno affrontando la “fase 2”.
Da quanti anni svolge questo mestiere e come era la situazione prima del Covid-19?
«A giugno saranno 30 anni di attività, 10 passati a Roccaforte e 20 qui a Villanova.
A inizio anno avevo moltissimi eventi prenotati per i mesi di maggio e giugno, che tradizionalmente sono dedicati a comunioni, cresime, anniversari di matrimonio. Da anni seguo tutto il territorio monregalese, dedicandomi anche a manifestazioni sportive, saggi di danza… Il Covid-19 ha paralizzato tutto quanto. Ora senza servizi esterni, dedicandomi solo alle attività in studio, riesco a far fronte alle spese vive del negozio, ma questa emergenza peserà e non poco, tutti gli eventi sono rimandati di un anno».
Riavvolgiamo il nastro: quando ha chiuso e cosa è cambiato ora che ha riaperto?
«Subito, appena è iniziato il lockdown a marzo. Non sono più venuto in studio fino a due settimane fa, ho riaperto il 5 maggio: ora in negozio entra un solo cliente alla volta, indossando obbligatoriamente la mascherina; ho messo a disposizione il disinfettante e due volte al giorno sanifico con la candeggina il pavimento e tutte le superfici con cui i clienti possono venire a contatto».
Quali sono stati i cambiamenti più evidenti?
«In questi due mesi abbiamo perso molti clienti e la gente ora ha paura a girare, ognuno si sta reinventando al meglio per ripartire; penso che per noi commercianti in questo momento ancora più che gli aiuti finanziari del governo servirebbe sentire la vicinanza del comune, magari con degli sgravi fiscali per le categorie o con iniziative che ci coinvolgano e favoriscano il commercio».
Anche le foto di fine anno scolastico quest’anno non ci saranno… Almeno non quelle tradizionali…
Quali sono le prospettive per i prossimi mesi?
«In autunno forse finalmente riusciremo a intravedere un piccolo ritorno alla normalità, se il virus ci darà tregua e i contagi non torneranno a salire; ma di fatto abbiamo saltato una stagione… Nonostante le difficoltà causate dal Coronavirus io sono positivo, tengo duro, come tutti i commercianti rimasti in questa strada, stringiamo i denti e andiamo avanti sperando che le cose migliorino, perché siamo determinati e crediamo con passione nei servizi che offriamo ogni giorno».