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«La mia “forza” è stata la consapevolezza che ce l’avrei dovuta fare da sola»

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Su come si sia sentita durante i mesi di battaglia contro la malattia, Martina Ferrero precisa: «Nei momenti bui, quando mi trovavo da sola con me stessa, ecco che affiorava lei, quella presenza infuocata nel petto. Io la chiamo “for­za”. Potevo sentirla quasi materialmente: una compagna con cui dialogavo e insieme alla quale andavo avanti. Non l’ho più sentita negli anni a seguire. La mia “forza” è stata la consapevolezza che ce l’avrei dovuta fare da sola. Io soltanto potevo vincere. Io, con la mia forza. E così è stato: sono guarita. A chi sta ancora combattendo voglio lasciare queste parole: abbiate fiducia nella medicina, nella famiglia, negli amici e nella vostra “forza”. La­sciatevi an­dare alle persone che amate, e tutto andrà bene. Lo dico ora, sì, facile dirlo adesso, ma spero possa essere un messaggio che porti positività e speranza». Alla “forza” si aggiunge il supporto di chi si prodiga per i malati. A tal pro, Martina Ferrero aggiunge: «Vorrei ringraziare la Fil (Fondazione italiana linfomi) che lavora ogni giorno per regalare tempo, e poi Livia e Chiara, due vere compagne vincenti di questa grande avventura».