La notizia relativa all’autostrada Asti-Cuneo ha generato reazioni trasversali nel mondo della politica. Esulta la cuneese Fabiana Dadone, ministro per la pubblica amministrazione.
«L’Asti-Cuneo si farà, senza proroga delle concessioni, con un giusto valore di subentro e senza aumenti di tariffe fino al 2022, anche sull’A4 Torino-Milano (la cui concessione è stata legata alla realizzazione dell’autostrada A33 Asti-Cuneo, ndr). Ringrazio il presidente Conte», rimarca Dadone, precisando: «Ben due Governi sono andati compatti sul prosieguo della soluzione targata M5s. Cipe ha chiarito che non serve compiere ulteriori passaggi presso la Commissione europea e che si può andare avanti grazie al miglior percorso possibile individuato a suo tempo dall’allora ministro Toninelli (che aveva modificato la proposta dell’ex ministro Delrio, ndr)».
Il presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna l’ha definita «una grande vittoria del territorio». «Un grazie va al ministro Paola De Micheli. Ora si potranno sbloccare i cantieri per realizzare i 9 chilometri (lotto 2.6) che mancano per unire il “moncone” di Cherasco con la tangenziale di Alba, passando ai piedi della collina di Verduno e completare un’opera iniziata vent’anni fa».
Si è detto soddisfatto anche il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco , il quale, ringraziando l’assessore regionale ed ex presidente provinciale Gabusi, ha evidenziato come l’opera costituisca «un collegamento essenziale per connettere il Sud Piemonte al resto del Nord Italia» e anche uno strumento «per poter sviluppare i progetti di area vasta che la Provincia di Asti intende proporre per rilanciare il proprio territorio sotto il profilo economico e sociale».
La parlamentare del Pd Chiara Gribaudo sostiene che la decisione del Cipe corregga «in modo opportuno il piano di Toninelli, che aveva indebitamente bloccato a un passo dal traguardo il “cross financing” proposto dall’allora ministro Delrio. Ora mi auguro che il concessionario non faccia scherzi». I parlamentari della Lega Giorgio Bergesio e Flavio Gastaldi hanno dichiarato che «le 80 mila imprese della Granda meritano una repentina riapertura dei cantieri, anche perché, in questa fase di ripartenza, i lavori per queste opere costituiscono un volano economico per la rinascita produttiva del nostro territorio».
Sul tema è intervenuta anche la sezione piemontese dell’Unione di Comuni, Comunità ed Enti montani, chiedendo che, in questa fase, si elimini il pagamento del pedaggio alle barriere attuali dell’autostrada, specie per quello di Cherasco. Voce fuori dal coro l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, che sostiene come sia cambiato quasi nulla rispetto alla delibera Cipe di un anno fa, in quanto restano numerose incognite, tra cui il termine entro il quale l’autostrada sarà finita, la possibilità di evitare il casello di Roddi, le tempistiche per la realizzazione delle opere complementari, indispensabili per alleggerire il traffico della Sp 7 che potrebbe peggiorare in seguito all’apertura dell’ospedale Alba-Bra.