Per una sinistra Tanaro che ha scelto la via dell’“outdoor”, all’aria aperta, come strumento di promozione turistica vincente c’è una novità all’orizzonte: da una sinergia tra l’Ecomuseo delle rocche di Montà e il Consorzio di tutela Roero sono nati i “WineTour”, quattro itinerari alla scoperta dei “cru” di Roero e Roero Arneis Docg, tra vigneti storici e cantine.
Sono percorsi ad anello, che si integrano con il “Roero bike tour”, l’“autostrada verde” promossa da 22 Sindaci della zona, con il coordinamento dell’Ecomuseo e la progettazione dell’architetto Silvana Pellerino. Il Consorzio di tutela Roero del presidente Francesco Monchiero è stato protagonista della nuova iniziativa, potendo contare su 300 associati tra produttori e viticoltori e su oltre 1.000 ettari vitati della denominazione Roero, con circa sei milioni di bottiglie prodotte. Al suo fianco l’Ecomuseo, che da sempre è sostenuto dal Comune di Montà e che funge da cabina di regia per le attività di promozione della zona, anche tramite il sito www.ecomuseodellerocche.it. Dal portale si potranno conoscere meglio i quattro nuovi itinerari, tutti accompagnati dalla traccia Gpx, scaricabile gratuitamente anche da www.consorziodelroero.it. Si parte da “I cru dove ebbe origine l’Arneis”, 13 chilometri nel Comune di Canale attraverso siti viticoli celebri, tra cui Renesio, antico toponimo da cui si originò il termine dialettale “Arneis”, Mompissano e San Vittore.
Ecco, poi, l’itinerario “Tanaro”, percorso di 24 chilometri e mezzo che parte da Canale per poi addentrarsi nei “cru” argillosi di Castellinaldo d’Alba, Castagnito, Guarene e Vezza d’Alba, aree in cui le vigne si alternano a frutteti (tra cui quelli di pera della Madernassa) e suggestivi noccioleti. L’itinerario “Rocche” celebra i “cru” aridi, per un percorso da poco meno di 23 chilometri che gravita attorno a Canale, affacciandosi verso Montà, Santo Stefano Roero e Monteu Roero, dove burroni sabbiosi si aprono selvaggi tra gli appezzamenti coltivati.
Infine, il quarto percorso panoramico: dal parco del castello canalese dei Malabaila si arriva al Santuario di Mombirone, “benedizione” ideale prima di “lanciarsi” lungo la costa di collina di Monteu Roero e Montaldo, andando dritto al cuore dei luoghi in cui trionfano le menzioni geografiche aggiuntive del Roero enoico: dalle Anime nere al Ciabot San Giorgio, già sito dello scomparso castello di Pulciano, passando per il colle santostefanese di San Michele, dominato da una chiesa campestre che svetta isolata a sentinella del territorio. Da lì, i “cru” di Bricco Braida, Anime e Santissima Trinità, con il cuore che, dopo 26 chilometri e mezzo, si conforta ancor di più alla vista dei portici di Canale, equilibrio tra storia, segno dell’uomo, sapienza delle radici. È un Roero che cresce.