Quattro itinerari da fiaba per un Roero in crescita

Nati dalla sinergia tra Ecomuseo e Consorzio tutela, i percorsi “WineTour” celebrano i “cru” di sinistra Tanaro

0
308

Per una sinistra Ta­naro che ha scelto la via dell’“outdoor”, all’aria aperta, come stru­mento di promozione turistica vincente c’è una novità all’orizzonte: da una sinergia tra l’Ecomuseo delle rocche di Montà e il Consorzio di tutela Roero sono nati i “WineTour”, quattro itinerari alla scoperta dei “cru” di Roero e Roero Arneis Docg, tra vigneti storici e cantine.

Sono percorsi ad anello, che si integrano con il “Roero bike tour”, l’“autostrada verde” promossa da 22 Sindaci della zona, con il coordinamento dell’Eco­museo e la progettazione dell’architetto Silvana Pellerino. Il Consorzio di tutela Roero del presidente Francesco Mon­chiero è stato protagonista della nuova iniziativa, potendo contare su 300 associati tra produttori e viticoltori e su oltre 1.000 ettari vitati della denominazione Roero, con circa sei milioni di bottiglie prodotte. Al suo fianco l’Eco­museo, che da sempre è so­ste­nuto dal Co­mune di Montà e che funge da cabina di regia per le attività di promozione della zona, anche tramite il sito www.ecomuseodellerocche.it. Dal portale si potranno conoscere meglio i quattro nuovi itinerari, tutti accompagnati dalla traccia Gpx, scaricabile gratuitamente anche da www.consorziodelroero.it. Si parte da “I cru dove ebbe origine l’Arneis”, 13 chilometri nel Comune di Canale attraverso si­ti vi­ti­coli celebri, tra cui Renesio, antico toponimo da cui si originò il termine dialettale “Arneis”, Mompissano e San Vittore.

Ecco, poi, l’itinerario “Ta­naro”, percorso di 24 chilometri e mezzo che parte da Canale per poi ad­dentrarsi nei “cru” argil­losi di Castel­linaldo d’Al­ba, Casta­­gnito, Guarene e Vezza d’Alba, aree in cui le vigne si alternano a frutteti (tra cui quelli di pera della Ma­dernassa) e suggestivi noccioleti. L’itinerario “Rocche” celebra i “cru” aridi, per un percorso da poco meno di 23 chilometri che gravita attorno a Canale, affacciandosi verso Montà, Santo Stefano Roero e Monteu Roero, dove burroni sabbiosi si aprono selvaggi tra gli appezzamenti coltivati.

Infine, il quarto percorso panoramico: dal parco del castello canalese dei Mala­baila si arriva al Santua­rio di Mombi­rone, “bene­dizione” ide­a­le pri­­ma di “lanciarsi” lungo la costa di collina di Mon­teu Roero e Montaldo, an­dando dritto al cuore dei luoghi in cui trionfano le menzioni geografiche aggiuntive del Roe­ro enoico: dalle Anime ne­re al Ciabot San Giorgio, già sito dello scomparso castello di Pul­ciano, passando per il colle santostefanese di San Michele, dominato da una chiesa campestre che svetta isolata a sentinella del territorio. Da lì, i “cru” di Bricco Braida, Anime e Santis­sima Tri­nità, con il cuore che, dopo 26 chi­lometri e mezzo, si conforta ancor di più alla vista dei portici di Canale, equilibrio tra storia, segno dell’uomo, sa­­pienza del­le radici. È un Roero che cresce.