Cara Marta, scriveva Arthur Conan Doyle, uno che di misteri se ne intendeva: «Dopo aver eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità». Nella vicenda che lei ci ha raccontato nulla sembra impossibile e tutto appare improbabile, ma dovendo azzardare una spiegazione papabile direi che l’autrice dell’avvertimento odierno è la stessa della missiva di tanti anni fa, la quale, invidiosa di una serenità di coppia che non ha, facendo leva sulle leggi della probabilità (che uno dei due tradisca è evento assai poco raro) ha provato a buttare un sasso, nella speranza che potesse rovinare anche il suo castello di carte. La domanda «Questa gente cosa vuole?» è, a mio avviso, più interessante se girata su se stessa. Ovvero: lei che cosa vuole da questa storia? Con suo marito diede seguito alla segnalazione perché questa andava a rinfocolare un dubbio che già aveva, ora mi pare di capire che non ha messo in discussione la fedeltà, poiché tutto lascia pensare che non vi sia motivo di farlo.
Un messaggio come quello che ha ricevuto trova lo spazio che gli si lascia. Può indurre a ricerche spasmodiche di riscontri o essere derubricata a inutile cattiveria.
Opzione, la seconda che mi pare sia quella per cui ha optato lei. Credo abbia fatto la scelta giusta, in qualsiasi caso. Se il suo compagno le è fedele, da questa storia avrà la conferma di aver imparato a fidarsi di nuovo di chi le sta accanto. Qualora non fosse così, visto che quest’uomo fa sentire bene lei ed è in sintonia con suo figlio, decidendo di non scoprirlo avrà compiuto un sano e legittimo atto di egoismo.
Chi l’ha detto che qualità (di vita) rima con verità?