“Attraverso”, il festival diffuso che da cinque anni illumina le colline del basso Piemonte con incontri e concerti è previsto, come sempre, per la fine dell’estate. In questo periodo straordinario si prepara a trasformarsi senza cambiare la propria anima. «Ora più che mai servono ottimismo, attitudine alla resistenza e agilità», sostengono le ideatrici e direttrici Paola Farinetti, di Produzioni Fuorivia, e Simona Ressico, di Hiroshima Mon Amour.
Paola Farinetti, con quale spirito vi apprestate a organizzare questa edizione del festival?
«Noi siamo ottimisti. Il nostro festival è un evento di media grandezza e che predilige da sempre gli spazi aperti ed è, per sua natura, agile. Le scenografie sono poco strutturate, gli incontri molto partecipati ma raccolti, senza la necessità di complesse organizzazioni logistiche. Da sempre siamo abituati a muoverci in oltre trenta comuni, su tre province, in luoghi che vanno dal parco naturale al grande giardino di una villa storica, per cui questa flessibilità ci permetterà di adeguare gli spettacoli alle nuove norme di sicurezza mantenendo invariata la qualità degli incontri».
Qual è il valore aggiunto di “Attraverso” in un anno così eccezionale?
«Il nostro festival, creato insieme al territorio, può essere la risposta al bisogno diffuso di socialità e sarà anche uno strumento di comunicazione e promozione turistica per questi paesi. L’intento è quello di abbattere le barriere invisibili tra le diverse province e promuovere lo spostamento di persone delle grandi città verso queste colline. Il partecipare agli spettacoli, magari fermandosi per cena o prenotando un hotel per il fine settimana, incentiverà l’atteso turismo di prossimità».
Come cambieranno gli spettacoli per rispettare le nuove norme di sicurezza?
«Non troppo, alcuni luoghi simbolo del festival sono già perfetti: l’auditorium di Monforte, il Belvedere di La Morra, il Parco naturale Capanne di Marcarolo, ad esempio, sono decisamente spaziosi. Per essere più precisi attendiamo direttive chiare a livello nazionale, per poter rimodulare gli incontri garantendo la salute pubblica. La capienza dovrà essere drasticamente ridotta, con una conseguente diminuzione delle entrate, d’altra parte la preparazione tecnica per garantire la sicurezza farà salite i costi. Da questo punto di vista siamo fiduciosi riguardo al sostegno da parte di tutti gli enti coinvolti, sia dal punto di vista politico sia economico. Verso fine mese il Governo dovrebbe esprimersi e a quel punto la Regione Piemonte dovrà decidere se la cultura rappresenta una priorità, ovvero se non interrompere tutti gli spettacoli estivi e dare invece un segnale di speranza. Se sceglierà questa via, noi saremo pronti a rispondere».
“Attraverso festival” nasce in sinergia con le amministrazioni. Sono pronte a questa sfida?
«I nostri partner ci sosterranno nell’organizzazione della nuova versione degli incontri. Sarà un appuntamento rimodulato ma fondamentale per generare speranza e tenere accesa la fiammella della cultura».
Il vostro festival abbina spettacoli a tradizione culinaria e dei piccoli produttori. Manterrete questa formula quest’anno?
«Vorremmo che questo aspetto rimanesse perché intrinseco nell’anima di questi incontri, troveremo delle soluzioni per riorganizzarci in sicurezza».
Le edizioni passate ci hanno abituati a grandi ospiti. Ci può anticipare qualche nome?
«Si inizia da Erri De Luca e GnuQuartet con il progetto speciale creato per “Attraverso”, “Montagne e Resistenza”, nel Parco naturale Capanne di Marcarolo, dove si consumò l’eccidio partigiano della Benedicta. Neri Marcoré presenterà invece tra Novello e Casale Monferrato uno spettacolo dedicato a Gianmaria Testa».
Durante la quarantena, cultura e spettacolo hanno dimostrato di essere un pilastro della nostra vita. Cosa cambierà in futuro?
«Molti artisti, benché la loro sia una tra le categorie più colpite, in questo periodo hanno offerto dirette e spettacoli in “streaming” gratuiti. D’altra parte, però, non ci si può aspettare che la loro arte e il loro ingegno non vengano retribuiti, sarebbe come chiedere al panettiere di regalare il pane. Bisogna proteggere questa categoria iniziando a considerarla al pari degli altri settori produttivi. Chi genera quell’arte che ci ha consolato, aiutato e tenuto compagnia in questi giorni difficili deve essere messo in condizione di sopravvivere e di continuare ad accompagnarci. Per questo, nella gestione dell’emergenza, tutelare il comparto artistico sarà una dimostrazione di lungimiranza, un investimento per il futuro».
Perché è importante portare in scena il festival quest’anno?
«Per dare una risposta al bisogno di socialità che sentiamo tutti forte, dopo la quarantena. E per mantenere una fiammella accesa, una candela, in un periodo così buio. E, non ultimo, per aiutare a promuovere il nostro territorio, inondandolo ancora di bellezza».