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La Serie D ora è nel caos: 31 società retrocesse “a tavolino” diffidano la Federazione

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Ora la Serie D e tutto il mondo dilettantistico rischiano realmente di entrare nel caos. E’ infatti nato nei giorni scorsi il gruppo-comitato “Serie D, salviamoci“, composto da 31 delle 36 società italiane che rischiano di retrocedere “a tavolino” dopo la decisione della Lega Nazionale Dilettanti di proporre quattro retrocessioni per girone, che ha già diffidato la Federazione in caso di conferma di questa decisione.

Si tratta di una sorta di class action costituita di gran fretta per riuscire ad essere viva ed operante già prima del Consiglio Federale FIGC, che avrebbe dovuto valutare e ratificare la proposta della LND il prossimo 3 giugno.

Il gruppo, coordinato dall’Avvocato e Presidente del Grumentum Val D’Agri, Antonio Petraglia e dal portavoce Antonio Erario, ha emanato un lungo comunicato stampa in cui riassume le ragioni per cui la scelta della FIGC sarebbe ingiustificata e molto dannosa.

Ne fa parte anche la Fezzanese, squadra retrocessa nel girone A di Serie D (quello del Bra e del Fossano), oltre a altre 30 società:

Agropoli, Alfonsine, Città di Anagni, Avezzano, Bastia, Budoni, Chieti, Cliverghe Mazzano, Corigliano Calabro, Dro Alto Garda, Grumentum Val D’Agri, Inveruno, Jesina, Ladispoli, Levico, Milano City, Marsala, Nardò, Palmee, Ponsacco, Sangiustese, San Luigi, Savignanese, Tamai, Pro Calcio Tor Sapienza, Vado, Vigasio e Villafranca Veronese.

Nel comunicato si leggono due passaggi cruciali:

“(…) UN DANNO SOCIALE ENORME PER I TERRITORI E PER I SINDACI. A parte la mancanza di ratio sportiva e giuridica della proposta di cui sopra, ciò che ne scaturirebbe sarebbe molto grave, ovvero la possibilità di mancata iscrizione di 36 realtà sportive di tutta Italia, di importante riferimento nel territorio di appartenenza (molte delle quali colpite pesantemente dalla pandemia), che non accetterebbero tale bulgara retrocessione, non iscrivendosi più a nessun campionato; con la conseguenza che verrebbero meno anche i relativi settori giovanili che ospitano migliaia di atleti di ogni categoria, con un impatto su tante famiglie. In merito, abbiamo già ricevuto l’appoggio di tutte le amministrazioni locali che si sono impegnate a coadiuvarci in questa nostra “battaglia” sportiva e sociale.

LA SOLUZIONE ESISTE ED E’ STATA GIA’ SPERIMENTATA IN PASSATO. Basterebbe bloccare totalmente le retrocessioni per la stagione sportiva corrente, per la causa di forza maggiore di cui sopra, proponendo che, in via transitoria, nella stagione 2020/21, vi sia un aumento delle squadre in Serie D, prevedendo un riequilibrio del numero dalla stagione sportiva successiva, includendo magari più retrocessioni nella prossima stagione sportiva; anche se questa non è l’unica soluzione, ce ne sono altre egualmente valide che possono essere considerate. Viceversa, si dubita fortemente che la riforma organica dell’ordinamento dello sport come ventilata sia di pronta realizzazione ai fini della risoluzione del grave problema in atto”.