Settantacinque anni sono un compleanno significativo e Confartigianato Imprese Cuneo desidera mettere in evidenza il suo programma di festeggiamenti che avrà inzio ufficialmente il 12 giugno con la consegna, ai diciotto sindaci delle città in cui l’associazione di categoria ha un ufficio, di una bandiera contraddistinta dal logo di ogni Comune e da quello di Confartigia-nato. Un baluardo che testimonia un forte legame con il territorio attestato anche da un messaggio di ciascun primo cittadino, volto a far comprendere che cos’è, e che cosa rappresenta, l’artigianato all’interno delle loro città. Nella stessa giornata, il numero uno dell’associazione Luca Crosetto, anche Presidente della Com-missione politiche d’impresa di SMEunited, consegnerà a Federico Borgna, presidente della Provincia, la stessa bandiera e in serata, a suggello della giornata sarà celebrata la Santa Messa dal vescovo di Cuneo.
In realtà i festeggiamenti per la storia dell’associazione di categoria cuneese sono anche l’occasione per fare un bilancio, insieme al suo presidente Luca Crosetto. In questo periodo anche particolarmente delicato, Presidente, quale importanza riveste l’artigianato per l’economia della Granda?
«Ritengo che la nostra provincia debba dire grazie perché da sempre vede quali motori dell’economia fondante le piccole medie imprese. Non a caso, la Granda possiede oltre il 90% di piccole imprese, e sono convinto che quel “made in Granda” che in ogni dove ci hanno sempre un po’ invidiato, ci abbia in realtà consentito di avere un tessuto formato da tantissime aziende che hanno a mio avviso due fondamentali caratteristiche.
Da una parte, il radicamento al territorio; dall’altra il cosiddetto valore artigiano, quella grande volontà che gli imprenditori hanno sempre avuto nel migliorare, con continui investimenti ed abnegazione, le proprie aziende. Questi ultimi mesi, hanno sicuramente messo in luce quella che viene giudicata una criticità per la nostra categoria, perché è innegabile che i tempi abbiano sviluppato un dibattito, nel nostro Belpaese, sulla necessità di un’impostazione produttiva che tenga in debita considerazione il mondo delle piccole e medie imprese. Questo atteggiamento necessariamente ci porta a dar vita a valutazioni diverse. Testimonianza ne è che le piccole imprese sono le prime pronte a ripartire cercando di adattarsi ad un mercato cambiato ed in continua evoluzione.
Esiste, e questo occorre non dimenticarlo, la necessità di doversi rapportare con un numero molto vasto di aziende ed imprenditori, ma è proprio la forza di questi ultimi che testimonierà una nuova ripresa, una veloce ripartenza all’insegna di molteplici richieste, mantenendo vivo però, in una provincia vasta come la nostra, tutti quei territori che potrebbero essere dimenticati. Il grande pregio che occorre riconoscere alla nostra categoria è sicuramente quello di essere determinati, in particolare modo, è una dote che dobbiamo attribuire agli imprenditori delle cosiddette “terre alte”.
Non dimentichiamo che la nostra provincia è vastissima e quando si parla di norme non possiamo certo dimenticare la valenza sociale che queste assumono e determinano. Una difficoltà che, non va dimenticato, richiede maggiore attenzione nei confronti di queste aree, in termini di trasporti, infrastrutture, servizi e nuove tecnologie.
Inoltre, proprio questi territori negli ultimi mesi hanno provato sulla loro pelle tutte le difficoltà del “lockdown”. Siamo convinti occorra puntare sulle nuove tecnologie, giocando però tutti allo stesso tavolo e con le medesime condizioni: fibra e nuove tecnologie alla base per competere nel mercato locale ed internazionale».
Concretamente, presidente Crosetto, come hanno reagito le imprese a questa crisi?
«C’era indubbiamente molta voglia di riaprire. Dopo due mesi di isolamento forzato, per coloro che puntualmente hanno avviato le loro attività ogni mattina, la riapertura è sembrata una liberazione, il tornare ad un’apparente normalità. Quelli che saranno i risvolti economici di questa partita, purtroppo, non li percepiremo nell’immediato, ma li capiremo solo a partire da quest’estate.
Temo una difficoltà importante nei mesi di autunnali: i nodi arriveranno al pettine e solo allora potremmo comprendere se le scelte che il Governo ha attuato saranno quelle più corrette e soprattutto se questi strumenti per le imprese saranno utili per vincere le sfide a partire dalla seconda metà dell’anno. I contributi, gli accorgimenti che si stanno delineando, saranno da calibrare cercando di cogliere la loro attuabilità e sostenibilità.
Ora, sembrano portare sollievo a coloro che volevano riaprire e cominciare a produrre, ma occorre essere molto attenti: è proprio il compito delle associazioni di categoria che devono premere affinché gli strumenti messi in campo siamo utili alle imprese non solo nella prima fase, ma lungo il percorso produttivo.
Per noi, è importante sapere di avere sempre uno Stato vicino, e non solo in queste prime fasi. Come associazione di categoria confidiamo in questo aspetto e lavorando a tutti i livelli per risolvere i problemi burocratici che inevitabilmente le nostre aziende dovranno affrontare».
Il ruolo delle associazioni di categoria pensa sia cambiato rispetto al passato?
«Indubbiamente ci sentiamo con una pelle nuova, trasformata in questi due mesi. L’impegno che abbiamo dovuto mettere in campo in questo specifico periodo è stato davvero poderoso. Devo a tal proposito dare atto di massima professionalità al mio direttore generale Joseph Meineri e a tutto lo staff di Confartigianato Imprese Cuneo e alla sua struttura. Un’èquipe che ha trovato il modo di rimanere al fianco delle aziende, anche semplicemente attraverso il telefono.
La necessità più evidente è stata quella legata a rassicurare gli associati, oltre a garantire la nostra costante presenza, disponibilitilà e professionalità, tangibile valore aggiunto, a cui è doveroso sommare anni di investimenti, di impegni, di dedizione che ci hanno permesso di essere pronti in questo momento di emergenza, al fianco di altre significative autorità quali la Questura, la Prefettura, la Regione, la Provincia, per un’azione concreta, garantita ad oltre 9000 nostri associati. Siamo una grande associazione di categoria presente sul territorio, in campo per affrontare le prossime sfide che cominciano adesso.
Prima fra tutte, quella di capire ed anticipare l’evoluzione del mercato con la trasformazione dei contatti umani a vantaggio del dialogo tecnologico via web e di tutto un “nuovo mondo” che si sta delineando e organizzando. Fondamentali a tal proposito sono stati i nostri webinar, utili per offrire soluzioni pratiche a problemi reali, necessità impellenti in àmbito normativo ed attuativo».
Quali Presidente, in conclusione i desideri e gli obiettivi futuri?
«Esserci ancora tra settantacinque anni, augurandoci di rappressentare sempre un’associazione, via via più radicata e cresciuta, al passo con i tempi. Mi piacerebbe tra settantacinque anni poter festeggiare un mondo della piccola e media impresa che ha assunto la dignità che merita, e che talvolta non gli viene riconosciuta appieno.
Siamo parte integrante di questa nazione e il nostro sforzo ha contribuito a risolvere positivamente la crisi dieci anni fa e anche oggi il nostro impegno rappresenta certamente quell’arma in più che questo Paese si gioca rispetto ad altre nazioni. Abbiamo bisogno di meno burocrazie e tempi più rapidi. Solo così saremo competitivi al pari con il resto degli altri paesi dell’Europa».