Per chi fa delle relazioni sociali il fulcro della propria attività l’emergenza sanitaria ha costituito un grosso ostacolo. Guardando al Comune di Alba, questo è il caso dell’assessore alle politiche sociali e all’istruzione Elisa Boschiazzo, che abbiamo intervistato.
Assessore, in che modo la pandemia ha condizionato le sue attività istituzionali?
«Assecondando anche il mio modo di essere, ho improntato le attività del mio Assessorato sulle relazioni, il confronto personale, le sinergie, il “fare rete”.
Le restrizioni conseguenti alla diffusione del virus Covid-19 hanno costituito una spiacevole battuta d’arresto; in ogni caso, non mi sono data per vinta e ho continuato a svolgere le mie attività dal mio ufficio in Municipio in modo da poter garantire la mia vicinanza e poter fornire risposte il più possibile puntuali.
Purtroppo, ho dovuto rinunciare agli incontri “frontali” privilegiando i colloqui “digitali” che, pur risultando efficaci, non potranno mai trasmettere le stesse sensazioni che assicurano gli appuntamenti “vis-à-vis”».
Le famiglie attendono indicazioni circa la ripresa delle scuole. Come si sta muovendo il Comune su questo fronte?
«Ho coinvolto in un tavolo di lavoro i dirigenti dei quattro istituti scolastici cittadini. In parallelo abbiamo distribuito computer agli studenti che ne erano sprovvisti, in modo da garantire loro la possibilità di seguire le lezioni a distanza. Per questa attività sono stati fondamentali i volontari di Protezione civile che, oltre a provvedere alla preparazione delle borse alimentari, si sono occupati di consegnare al domicilio degli alunni anche questi dispositivi informatici, recandosi per alcuni ragazzi addirittura nel Torinese».
Quali interventi sono necessari per garantire la riapertura delle scuole a settembre?
«È vero che, per quanto riguarda le scuole di nostra competenza, ovvero materne, elementari e medie, la decisione finale spetta all’Amministrazione comunale. Tuttavia, le linee guida vengono tracciate dalle istituzioni di livello superiore; linee guida che, al momento, non ci sono ancora state comunicate.
Da ciò che filtra, sarà necessario introdurre accessi contingentati e installare protezioni a tutela della salute delle persone che lavorano presso gli uffici. Per garantire il distanziamento sociale potrebbe, inoltre, essere necessario dimezzare il numero di alunni presenti in classe, prevedendo che metà di loro seguano le attività didattiche online, da casa. Se effettivamente sarà così occorrerà adeguare le connessioni Internet di ciascun studente affinché il collegamento risulti ottimale. Siamo disponibili a mettere in campo risorse per poter adeguare e mettere in sicurezza i 18 edifici scolastici in capo all’ente comunale».
Prima, però, ci sono le attività estive da gestire. Le famiglie attendono risposte.
«La situazione è ancora nebulosa per via delle norme nazionali poco chiare. In ogni caso, la volontà mia e della Giunta comunale è di organizzare “Estate bimbi” ed “Estate ragazzi”. A questo proposito, abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici la possibilità di utilizzare anche alcuni spazi pertinenti alle scuole.
In parallelo, insieme al Consorzio socio-assistenziale, ci siamo confrontati con le associazioni e le cooperative del territorio che potrebbero svolgere le attività estive, pensate per bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni.
Per poter organizzare al meglio il servizio abbiamo predisposto un sondaggio, disponibile sul sito del Comune fino al 5 giugno, attraverso il quale le famiglie sono chiamate a comunicare, in modo anonimo, l’eventuale interesse a iscrivere il proprio figlio o i propri figli, precisando l’area della città in cui si vorrebbe iscriverli e fornendo indicazioni circa la composizione del nucleo familiare.
Infatti, nel caso in cui il numero di domande fosse superiore a quello di posti disponibili, dovrà essere stilata una graduatoria che privilegerà i bambini che vivono in famiglie in cui entrambi i genitori lavorano fuori casa, i nuclei monoparentali e le famiglie più fragili.
I bambini, dall’inizio del “lockdown”, sono stati messi all’angolo e ora occorre la massima attenzione per loro. La nostra determinazione è massima, purtroppo, però, non dipende tutto dal Comune».
Il progetto a cui lavorerà a emergenza superata?
«La tecnologia ha reso sempre più digitali i rapporti umani, che rischiano di indebolirsi in maniera irreversibile. Del resto, la stessa pandemia ci ha insegnato che le relazioni sociali valgono davvero molto.
Alla luce di ciò, sogno di poter riattivare i centri anziani in ciascun quartiere della città, facendo sì che possano diventare punti di riferimento frequentati non solo da anziani ma anche da bambini e famiglie».