Possedere uno dei patrimoni artisti e culturali più importanti della provincia di Cuneo, nonché dell’intero Piemonte, e non riuscire a valorizzarlo a dovere potrebbe apparire una contraddizione in termini. Eppure la città di Fossano vanta una vivacità e una presenza tangibile del “bello” che non può essere dimenticata, o ancor peggio nascosta agli occhi della comunità e del turismo italiano ed estero. Viste le premesse, la Rivista IDEA, ha deciso di approfondire che cosa è, cosa ha fatto, e cosa farà la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali della città degli Acaja, presieduta da Luca Caramelli.
Presidente Caramelli, a chi si deve la nascita della Consulta?
«È doveroso da parte mia ringraziare Antonio Miglio, che ha dato impulso alla Consulta e ne è stato l’ideatore. Da presidente ha creduto più di tutti nell’idea, e grazie al suo entusiasmo, unito a quello degli altri componenti, siamo riusciti ad ottenere risultati di cui siamo fieri. Io sono il presidente pro tempore, sono stato rinominato un mese fa, e, nonostante non sia fossanese, ho raccolto la sfida. Cambia poco tra socio e presidente, c’è coesione tra tutte le componenti, solo il presidente è il più informato».
Quali sono le finalità?
«La Consulta nasce nel 1995 ed è stata costituita per iniziativa di alcuni imprenditori fossanesi insieme alla Fondazione Cassa di risparmio di Fossano, che ha poi coinvolto Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo. La finalità è quella di valorizzare il patrimonio architettonico, culturale e artistico di Fossano. Mi piace ricordare che in questo recente passato, tantissime zone, anche in provincia, hanno provato a fare operazioni analoghe alla nostra, ma le uniche Consulte rimaste attive ad oggi in Piemonte sono quella di Torino e quella di Fossano».
A suo giudizio, cos’ha portato al fallimento di quasi tutte le altre?
«È molto complicato, ci vuole coesione tra il territorio e i soci della Consulta. I soci per primi devono essere molto motivati, non bastano i mecenati che danno contributi economici. Bisogna informare e sollecitare tutti i membri in modo costante durante l’anno. Ci dev’essere presenza e adesione totale degli imprenditori che fanno parte della Consulta, e serve un grosso legame con il territorio. Ci vuole un collegamento stretto tra tutte queste componenti e soprattutto bisogna dialogare. Nel nostro ente pesa tanto il contributo economico quanto quello operativo. Infatti, tutti i componenti conoscono le criticità delle operazioni che affrontiamo e tutto quello che concerne le varie attività intraprese».
Come vengono scelti i componenti della Consulta?
«Il target sono le Fondazioni che spesso fanno già questo tipo di attività, come quella della Cassa di risparmio di Fossano e gli imprenditori di aziende che hanno la propria sede nella città degli Acaja. Possono far parte della Consulta tutte quelle aziende fossanesi, purché motivate e legate al territorio proprio come lo sono gli attuali membri».
Quali sono gli interventi più iconici affrontati della Consulta dalla sua nascita?
«Sono stati tutti molto importanti: nel 1995 c’è stato il restauro della chiesa di San Giorgio di Fossano e nel 1997 il bastione del Salice. Altrettanto significativi poi, sono stati gli interventi in viale Bianco e al bastione della Annunziata che è stato il più rilevante in termini economici.
Abbiamo restaurato la torre del castello di Fossano, molto amata dai cittadini, e gli interni della chiesa del Salice. Un altro intervento, nostro fiore all’occhiello, è stato quello di Palazzo Burgos, dove ora ha sede una scuola di musica. In totale sono stati spesi quasi quattro milioni di euro per gli interventi dal 1995 ad oggi.
I fondi sono arrivati a cascata sul territorio al 99%, creando occupazione e ottenendo ottimi risultati a livello architettonico e in tema di preservazione. Ne siamo tutti orgogliosi. Ora stiamo lavorando a un importante restauro che riguarda il santuario di Cussanio. Gli interventi hanno toccato tutta la città di Fossano, ma dovessi confessare quelli fra i più complicati tecnicamente, non esiterei a citare le mura del Castello e le sue porte.
Sono state completamente restaurate anche le meridiane. Non credo di esagerare nell’affermare che si è decisamente cambiato il volto di Fossano e, nello stesso tempo si è evitato che si perdessero gioielli artistici e architettonici fondamentali per il territorio».
La Consulta come ha reagito alle misure sanitarie per il Covid-19?
«Come per tutte le altre attività, il Covid-19 ha derminato un’interruzione dei lavori sui nostri cantieri che però non ha compromesso il proseguimento e la puntualità sulla consegna delle opere. Come Consulta, però, abbiamo disponibilità finanziarie pronte a essere investite e che non sono state intaccate dall’emergenza. Vista la pandemia, penso si molto positivo mantenere i progetti attivi, dando lavoro a professionisti e imprese del territorio».