«Rose, rose e ancora rose: maggio è il loro mese e, nel Giardino dei sensi del Múses, anche quest’anno non hanno fatto mancare la loro bellezza. Nessuno però ha potuto ammirarle e “riempirle” di complimenti come negli scorsi anni.
Care rose, tenete duro, non dovrete più aspettare molto!». È questo il messaggio che campeggia sulla bacheca della pagina Facebook del Múses. Un messaggio che lascia intendere come l’Accademia europea delle essenze sia pronta ad accogliere nuovamente il pubblico dopo il lungo stop imposto dalla pandemia di coronavirus. Múses è un progetto ideato dall’associazione “Terre dei Savoia” per valorizzare le tradizioni e i saperi del Piemonte nella produzione delle erbe officinali.
Si chiama Múses, con un accento acuto sulla “ú” per richiamare la forma del mortaio con pestello usato dagli speziali nell’antica alchimia. Si tratta di un museo vivente, che nelle sue sale offre ai visitatori esperienze sensoriali in dialogo continuo con tecnologia e arte, rivelando così le sue tre anime, racchiuse nel “genius loci” di Palazzo Taffini, che non a caso lo ospita.