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«Mi sposi o ti lascio, anche se stiamo bene insieme»

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Cara Martina, parlare di matrimonio genera sempre sentimenti contrastanti: alle donne brillano gli occhi pensando al “giorno più bello della loro vita”, gli uomini spesso ricordano quell’evento (cui comunque in pochi ancora si sottraggono), con un certo prurito, come se segnasse l’inizio della fine dei bei tempi andati.

Lo dimostrano anche i numerosi aforismi che poeti, saggisti e uomini comuni hanno dedicato all’argomento. Su tutti, due mi strappano sempre un sorriso. Uno perché è perfido, dal momento che recita: «Il matrimonio è quell’istituzione che permette a due persone di affrontare insieme difficoltà che non avrebbero mai avuto se non si fossero sposate».

Il secondo, invece, oltre a essere sarcastico, contiene una grande verità e dice: «Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà. Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà». In una manciata di parole si spiegano milioni di matrimoni: in genere, l’uomo sceglie una donna per come è in quel mo­mento e starle insieme rappresenta già il massimo che possa desiderare.

Una donna, invece, tende a pensare che, una volta sposato, il suo compagno cambierà le priorità, mettendo la vita di coppia, la casa, la famiglia sopra di tutto e ben distanziato dal resto, le uscite con gli amici “in primis”. Ovvio che non è sempre così, ma spesso a livello inconscio il timore di “chiusura” sussiste. Fagli ca­pire che non sarebbe così. Sem­pre se non sarebbe davvero così.

Io, poi, non trovo particolarmente allettante l’idea di un “penultimatum”. Avvisarlo del fatto che ha un anno di tempo per sposarti (senza de­ro­ghe, nemmeno a causa co­ronavirus?) mi ricorda un po’ l’approccio di chi si mette a dieta sempre dal prossimo lunedì. Così facendo ha una scusa inattaccabile per accettare le cose come stanno, fingendo di credere che cambieranno a partire dalla data stabilita. Ma mettersi in forma, come sposarsi, è molto me­glio quando è un’urgenza (di en­trambi) e non una scadenza.