Il Comune di Santa Vittoria d’Alba ha focalizzato l’attenzione sull’area del Turriglio, per la cui valorizzazione parteciperà ai bandi di finanziamento “Luoghi della cultura” e “Patrimonio culturale 2020” promossi rispettivamente da Compagnia di San Paolo e Fondazione Crc. Ma cos’è il Turriglio? Si tratta di un’ampia struttura a pianta circolare, posta all’incrocio tra le strade che, un tempo, collegavano la vicina “Pollentia” (Pollenzo), l’antica “Alba Pompeia” (Alba) e “Augusta Bagiennorum” (Bene Vagienna). La struttura probabilmente risale al 100 avanti Cristo. Sono ancora oggetto di dibattito le ragioni che ne hanno determinato la costruzione. Monumento celebrativo per la vittoria di Caio Mario contro i Cimbri, ai Campi Raudi, ossia l’odierna Roddi? Oppure luogo funerario o, ancora, fontana monumentale? Perché l’acqua, in quest’area, “conta”: è sufficiente spostarsi nella zona oltre il passaggio a livello e la strada della stazione ferroviaria di Cinzano, per imbattersi in un sistema di chiusa dell’acquedotto recuperato alcuni anni fa che ora è divenuto punto-tappa del “Roero bike tour”, la cosiddetta “autostrada verde” ciclabile che collega tutti i paesi della sinistra Tanaro. Lì, dove ci sono testimonianze di una sorgiva che funge da sponda al rio Genta, la quale confluisce nel fiume Tanaro. Un Tanaro da temere, ma che ha sempre “dissetato” e ora offre pure energia: dalle falde freatiche, risorsa idrica per tutta la piana (e non solo), alla centrale idroelettrica ai piedi del nuovo ospedale di Verduno. Un Tanaro già affrontato dai romani con i primi collettori in piombo e con l’acquedotto del tempo che fu, in un paese di pozzi e di fontane. Ci sono quelle che lasciano ormai traccia solo sulle mappe e nelle carte toponomastiche, come nel caso della fontana “Lupa”, “Empia”, “Fontanelle”, e quelle ancora esistenti, come Val di Spinzo e Genevraj. Tra le rocche del Roero sgorga l’acqua, estremamente preziosa, ma anche il vino, spesso dai rinomati vasi “Anforiani” da cui deriva il “topos” di una località ai confini con Monticello d’Alba. Vino, sì, e possibilmente vino Moscato, che qui è sinonimo di viticoltura al suo massimo livello. Acqua, vino, “nomi”: tutte “ragioni” per credere nelle nuove iniziative che mirano a valorizzare il Turriglio, per il paese stesso, per tutto il Roero. Con un carattere “romano”: quello di tale edificio storico e quello che questa zona deve avere ora più che mai, per le sfide future.
Turriglio protagonista tra mille suggestioni
I comuni roerini confermano il loro dinamismo con progetti che se da un lato mirano a valorizzare paesaggio e storia dall’altro guardano al sostegno delle imprese