Giorgio Rolfo, classe 1923, ha festeggiato il novantasettesimo compleanno. Buona parte di questa sua vita il signor Giorgio, “Giors”, per molti suoi collaboratori come l’amico Antonio Racca, storico capo officina, li ha trascorsi dedicandosi e plasmando quella che è diventata la “Rolfo Spa” di Bra.
Una storia lunga settantasette anni da quel 1943 in cui il ventenne Giorgio e il fratello Bernardo chiedono fiducia alla Cassa di risparmio di Bra per proseguire il sogno del nonno. La società infatti nasce dall’intuizione del nonno Giorgio Rolfo che nel 1885 a Bra avvia una bottega di carradore per la costruzione di carri e carrozze, in un momento in cui l’Italia si apprestava a uscire dalla grande crisi economica del 1880. Negli anni ’30 alla morte del fondatore, il figlio Antonio prende in mano la guida dell’azienda, affrontando tuttavia non poche difficoltà. La seconda guerra mondiale rende infatti ancora più complicato portare a termine le sfide legate ai mutamenti produttivi imposti dalla motorizzazione al settore dei carradori. Nel 1943, con la morte del padre Antonio, Giorgio e il fratello Bernardo danno il via a una corsa inarrestabile. Alla fine degli anni ’40, la bottega, divenuta officina, lavora a pieno ritmo nelle riparazioni di autocarri per conto di cooperative e clienti locali e nascono, in questo periodo, i primi allestimenti prodotti dalle officine Rolfo. In poco tempo, rappresentano un’ampia gamma di veicoli destinati al trasporto su strada delle merci più diverse. Sulla scia del successo ottenuto dalla produzione di allestimenti e grazie alla conclusione di alcune commesse importanti (si ricordano in particolare Ferrero e Cinzano), la ditta avvia i lavori legati all’ampliamento del nuovo complesso industriale, composto da cinquemila metri quadri di superficie coperta iniziale, su un’area di quindicimila metri quadri complessivi. Qui viene dislocato il reparto meccanico con una forza lavoro che raggiungeva ormai un centinaio di addetti. Giorgio e Bernardo non perdono nessuna occasione per fare crescere la Rolfo. Ne è riprova la partecipazione al salone dell’automobile di Torino del 1961, che ha consentito una prima visibilità internazionale, alla quale poi faranno seguito i successi ottenuti nei mercati mondiali. Nello stesso decennio viene avviata la produzione delle bisarche, mezzi per il trasporto di autovetture, le quali diventano con il tempo il segmento principale dell’attività produttiva dell’azienda. La leggenda racconta che Giorgio sull’allora Torino-Savona a tre corsie, una centrale per il sorpasso, si avventurasse in inversioni di marcia per rincorrere i primi trasporti vetture per carpire i segreti di costruzione. Gli anni ’70 sono contraddistinti dall’ingresso nei mercati europei come Germania, Austria e Francia, mercati in cui si ritrovano come “competitor” colossi del settore in grado di attuare economie di scala non replicabili da un operatore come Rolfo, che risponde alla sfida coniugando, nei propri allestimenti, funzionalità e versatilità.
Durante gli anni ’80 il marchio Rolfo fa la sua prima comparsa nei mercati africani e del medio oriente, mentre in Italia si diffonde parallelamente la crisi del settore meccanico che si riflette anche sul comparto braidese. Negli anni ’90 il processo evolutivo dei Rolfo non si arresta e vede la ditta approdare in nuovi mercati europei come Spagna e Inghilterra, e collocare i propri stabilimenti in Francia ed Argentina. In questo contesto, divenuto ormai globale, il sistema produttivo risulta profondamente mutato, senza però mai perdere le specifiche caratteristiche che hanno contraddistinto la storia e portato al successo l’azienda.
Nel 2005 Giorgio lascia la carica di presidente al figlio Dario già amministratore delegato dal ’95. Nel 2007, lo stabilimento produttivo in Italia registra la consegna record di più di 1.000 unità solo per la Russia e paesi dell’ex Unione Sovietica. In tutti questi passaggi Giorgio è attento consulente dei figli Dario (ora Presidente) e Roberto (dal 2005 Amministratore delegato) passati a dirigere l’azienda di famiglia. Nel 2010, la crisi globale e il perdurare della recessione economica in Europa fa sì che l’azienda si affacci sul mercato indiano e in generale su mercati in via di sviluppo.
La curiosità di mantenersi informato sulle strategie di famiglia lo vede spesso in ditta. Dopo 135 anni la storia continua con Giorgio Rolfo accanto alla moglie Rita a osservare la quinta generazione dei Rolfo al lavoro. Una storia memorabile fatta di pranzi con i collaboratori e le famiglie nel cortile delle ditta. Domeniche trascorse nella finitura dei camion per la Ferrero dolciaria di Alba. Lotte sindacali con il gioco delle parti nel mondo metalmeccanico.
Vita politica in Comune a Bra, dedizione nel sostenere la nascita e lo sviluppo della testata locale “Il Braidese”. Investimenti nel bene imprenditoriale più prezioso, oltre ai suoi operai, l’azienda. «Avrei potuto comprare uno yacht, ma ho preferito cinque forni di verniciatura per fare lavorare meglio i mie dipendenti», una della tante affermazioni di Giorgio Rolfo.
Sostenitore dei Salesiani (tanti gli ex allievi assunti e determinanti per lo sviluppo della Rolfo), della banda “San Domenico Savio”, della Confraternita dei Battuti Bianchi. Insomma una vita ben spesa dedicata al lavoro ma soprattutto a chi quel lavoro lo ha svolto in Rolfo.
Auguri signor Giorgio!