Peveragno: buona la produzione nell’anno senza la Sagra della Fragola

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Questo 2020 di «emergenza sanitaria da COVID 19», tra le tante manifestazioni che salteranno, almeno sin al 31 luglio, per evitare «assembramenti» di persone, vi è la «Sagra della Fragola» peveagnese, che si sarebbe tenuta in questi giorni, come succedeva da sessantina di anni, grande promozione del prodotto, ma, anche di tutto il territorio, delle attività agricole e non solo locali, della intera Comunità…

Comunque, «l’oro rosso» di Peveragno, il suo «prodotto simbolo», da decenni, che ha vissuto periodi anche non facili, non par «andar male». Tra gli stessi produttori, non certo vocati all’ottimismo, mai, come tradizione locale contadina, traspare una certa soddisfazione, con prodotto di ottima qualità e vendite che vanno bene, a prezzi adeguati…

Ce lo conferma Domenico Paschetta, presidente della cooperativa «Agrifrutta», che sentiamo: «Sì. Va benino. Dopo momenti altalenanti. Durante il periodo della “emergenza sanitaria” più stretta, l’invito ad evitare gli spostamenti, le vendite benissimo non son andate: si preferivano prodotti a “lunga conservazione”… Poi è noto che la fragola, fresca e dissetante, si consuma, sopattutto, con temperature più alte, con il caldo, l’arrivo dell’estate… La nostra produzione entra nel suo apice a fine maggio, in ritardo rispetto alle regioni del Centro-Sud… Quest’anno ci siamo trovati in anticipo rispetto alla “Sagra”… Sarebbe stato non facile trovare adeguata quantità di prodotto, per quella che, comunque, resta una grande occasione di promozione, anche turistica, da riprendere…».

Non son più, comunque, gli «anni d’oro», quelli che tanti guadagni hanno portato agli agricoltori peveragnesi e dei campi ai piedi della Bisalta…

«Sono aumentati i costi di produzione ed il ricambio sulla manodopera del settore…».

Per un sopralluogo «sul terreno», su un «campo», ci indicano azienda lungo Via del Gavotto, in Regione Agnella, case sparse oltre La Provvidenza, quella di Andrea Garro, portata avanti con le sorelle…

Chi ci parla una di loro, Cinzia Garro, nota anche come ex presidente della Pro Loco peveragnese, nel campo di piante della varietà «Aprica», tutte in salute, sotto la copertura antigrandine, le «centine», coltivate «fuori dal suolo» «C’è una cosa che voglio puntualizzare, che non sempre il consumatore capisce: ogni varietà ha il suo gusto particolare e la sua pezzatura…

Noi, attualmente, abbiamo Clery, Aprica, Letizia e la, precoce, Alba… Abbiamo cominciato a raccogliere a fine aprile… Progressi sono stati fatti anche sulle “rifiorenti”, le fragole che producono per tutta l’estate, sin ai freddi autunnali… Rispetto al passato quelle attuali sono più morbide e saporite… Il mio consiglio è di provarle tutte e trovare quella che più incontra i propri gusti personali…».

«Ricordiamo i tempi della «Gorella», sana e saporita, robusta, che restava in produzione tre anni (a volte persin quattro), producendo da sola i propri «piantini», senza costi di acquisto.. Sono alcuni anni che vediamo queste colture «fuori suolo», su «canaline», con impianti di irrigazione, ma ci lasci dire che continuano ad impressionare». Qui ci spiega Andrea Garro: «Usiamo un terriccio che si può trovare in commercio od amalgamare, formato, circa, da compost per il 60% e da torba per il 30, con un 10% di perlite per “ammorbidire”… Poi concimiamo… Così riusciamo ad avere appezzamenti in produzione per due anni, limitando i costi…».

AT