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«Le persone decisive per fare la differenza»

Fresco di nomina a Cavaliere del lavoro l’imprenditore saluzzese Mario Frandino ha ripercorso la sua carriera evidenziando i punti di forza delle aziende che guida

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«Era un sabato mat­­tina quan­do ho ri­cevuto sul telefonino una chiamata, l’ennesima, da un numero sconosciuto. Ho comunque deciso di rispondere: mi cercavano dal Quirinale».

Inizia così il racconto di Mario Frandino, che nei giorni scorsi ha ricevuto una notizia tanto inaspettata quanto emozionante: l’amministratore delegato di Sedamyl ed Etea, importanti realtà industriali di Saluzzo, è infatti stato nominato Cavaliere del lavoro. A insignirlo del significativo riconoscimento è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, oltre a Frandino, ha omaggiato altri due imprenditori piemontesi: l’astigiana Anna Maria Grazia Doglione e il torinese Alessandro Gilardi.

Mario Frandino, a cosa pensava durante quella telefonata che arrivava da Roma?
«Pensavo fosse uno scherzo, ma la persona dall’altra parte del telefono continuava a ripetermi che stava chiamando per comunicarmi una bella notizia. Quando mi ha riferito che ero stato scelto dal presidente Mattarella, insieme ad altri 24 imprenditori italiani, per essere insignito dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro allora ho realizzato che effettivamente era tutto vero».

Ci descriva la contentezza che ha provato.
«Sono orgoglioso di questo titolo, che onora me in prima persona, ma anche tutta la mia famiglia e tutti coloro i quali collaborano con noi. Un riconoscimento di questo tipo è una di quelle cose inaspettate e bellissime che ti ripagano di qualunque sacrificio e rendono onore al lavoro svolto in molti anni di attività. Per me rappresenta un Oscar alla carriera, che desidero condividere con i team di Sedamyl ed Etea, fondamentali, con il loro prezioso lavoro, nel raggiungimento di questo grande e importantissimo risultato».

In generale, quanto sono impor­tanti i suoi dipendenti?
«In un’azienda a fare la differenza non sono i macchinari, per quanto possano essere importanti, bensì le persone che ne garantiscono il corretto funzionamento. In tutte le attività che mi sono trovato a gestire, ho sempre cercato di creare un forte legame con i dipendenti: sono fermamente convinto del fatto che se si rema tutti nella stessa direzione, l’azienda andrà lontano e lo farà in maniera rapida».

Oltre a una squadra di valore, qual è il segreto per un progetto industriale di successo?
«A mio avviso, al fine di dare vita a un progetto industriale solido e duraturo, l’aspetto più importante è contenere i costi operativi. Nello specifico delle nostre realtà, sono stati abbattuti i consumi di energia, che rappresentano il 50% dei nostri costi totali».

Non ha mai temuto di commettere un errore irreparabile alla guida delle sue società?
«Ho sempre cercato di procedere con la massima attenzione; le responsabilità sono grandi e, in un contesto del genere, sarebbe sufficiente un investimento errato per mandare tutto a rotoli. La mia filosofia è sempre stata improntata sul procedere a piccoli passi, investendo le risorse generate dal lavoro quotidiano, senza fare “il passo più lungo della gamba” e, di conseguenza, senza indebitare le aziende».

Ha un motto che la ispira in ambito lavorativo?
«“Second to none” (“secondo a nessuno”). In ottica aziendale, mi piace pensare che non siamo secondi a nessuno. Nelle nostre attività cerchiamo cioè di giocare alla pari con i “competitor”».