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Valle Maira – Nel cuore selvaggio delle Alpi Occitane

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Considerata oggi un vero e proprio paradiso per gli amanti del turismo escursionistico, la Valle Maira stupisce e disorienta per quella fitta rete sentieristica che si inoltra tra valloni secondari e vecchie borgate, lambendo boschi e laghi che solleticano i piedi di rocce apparentemente inafferrabili proiettate verso il cielo.

I Percorsi Occitani ad esempio, sorti ormai trent’anni fa con l’intento di unire entrambi i versanti della valle, collegano in quindici tappe Villar San Costanzo ad Acceglio e possono contare su ben ventitré posti tappa convenzionati.

Dalla Riserva Naturale dei Ciciu di Villar a Camoglieres; da San Martino di Stroppo ad Elva e poi in discesa fino a San Michele di Prazzo prima e a Ussolo poi, impareggiabile scenografia de “Il vento fa il suo giro”; da Chiappera a Chialvetta, salendo all’Altopiano della Gardetta (Patrimonio Geologico Italiano) e discendendo a Borgata Vernetti di Marmora; da Palent a Celle Macra, infine, e di qua a Cartignano, Dronero e Villar San Costanzo, soltanto per ricordare alcuni tratti. Un caleidoscopico itinerario tra storia, cultura, natura ed enogastronomia, che ha fatto dell’unicità architettonica di ogni luogo di appoggio il valore aggiunto più evidente.

Per gli amanti del trekking in quota, poi, in alta valle sorgono anche il Sentiero Piergiorgio Frassati (5h 30’), il Sentiero Dino Icardi (7h 00’), il Tour di Rocca La Meja (5h 30’) e il Sentiero Roberto Cavallero (5 giorni), senza dimenticare i percorsi che richiamano gli antichi mestieri o le particolarità floreali della zona come il Sentiero dei Ciclamini (2h 30’) a Macra, il Sentiero dei Sellai (4h 00’) a Marmora, il Sentiero dei Pastori (6h 00’) a Prazzo, il Sentiero dei Bottai (4h 00’) a Celle Macra e Lou Viol (8h 30’) ad Elva, nella cui Parrocchiale è custodito un capolavoro pittorico quattrocentesco opera del fiammingo Hans Clemer.

Nell’antipasto occitano, nelle raviolàs di toma, nella pulenta cumudà e nell’agnello con castagne, infine, la spinta motivazionale che ha portato alla pubblicazione sul mercato tedesco del libro “Antipasti und alte Wege” (“Antipasti e antichi sentieri”), consacrazione internazionale di un territorio selvaggio impregnato di fascino e tradizione.